Francia – Comunicato dei prigionieri del CRA di Oissel

traduzione da à bas le CRA

In tutti i luoghi di detenzione la violenza è quotidiana, la prigione per stranierx di Oissel, vicino Rouen, è uno dei laboratori di sperimentazione della repressione.

Si lascia una squadra di sbirri, quelli del turno di giorno, agire come vogliono per far regnare l’ordine. Questa squadra ricorda a tutti e tutte le detenute l’altro obiettivo di questa galera: se non ti deportiamo, quando sei fuori chiudi la bocca e abbassa lo sguardo!

Lì da molto tempo si utilizza l’isolamento per fiaccare il morale e terrorizzare. Recentemente un compagno ci è rimasto per 6 giorni, cosa che ha provocato un movimento di solidarietà, uno sciopero della fame, da parte degli altri detenuti del CRA.

Dei compagni passati di là qualche anno fa ci hanno raccontato le medesime storie: una cella d’isolamento dove ti possono legare le mani e le gambe, vestito o no, e metterti un cappuccio in testa.. il tutto per diverse ore!

Alcuni prigionieri del centro di detenzione di Oissel hanno deciso di scrivere un testo collettivo per denunciare le loro condizioni di detenzione e spiegare le loro rivendicazioni.

Di seguito:

Noi prigionieri del centro di detenzione amministrativa di Oissel

Noi siamo detenuti in un centro che non è nelle condizioni di accogliere degnamente delle persone

Qui la polizia ci distruggono il morale, qui i 45 giorni ci sembrano essere 45 anni.

È ancora peggio della galera, il cibo è ancora più immondo. Persino gli yogurt fanno schifo qui.

Il centro dovrebbe essere chiuso, talmente è in pessimo stato.

Siamo stanchi di questo luogo in cui gli atti razzisti sono quotidiani.

Quando resistiamo, con molta certezza, le conseguenze possono essere 6 giorni di isolamento che sono una vera e propria tortura fisica e mentale.

Anche quando esci, sai che rischi di tornare qui. Speriamo di ottenere dei miglioramenti concreti.

Qui non è umano, si porta la gente fino allo stremo. Ti dimostrano che non hai più strade davanti a te.

Noi rivendichiamo:

  • La chiusura del centro di detenzione che non è nelle condizioni di accogliere esseri umani degnamente.
  • Il cambio della squadra di polizia del turno mattutino, presente da molto tempo e che si comporta come una mafia.
  • La fine delle violenze della polizia sia nel centro sia durante le deportazioni.
  • La fine delle punizioni inutili della prigione, come quando siamo stati condannati per esserci rifiutati di andare a salutare il console.
  • Un vero accesso alle cure.
  • Il rispetto dell’intimità dei colloqui, e colloqui più lunghi per rispettare il bisogno di vedere i propri cari,
  • Accesso permanente al cortile,
  • La fine dell’isolamento, che è uno strumento di pressione interna, un luogo dove ci torturano fisicamente e moralmente.
  • La fine degli atti razzisti dell’amministrazione e della polizia.

    Alcuni detenuti del centro di Oissel, 27 dicembre 2018

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