AGGIORNAMENTO del 26 febbraio
A circa una settimana di distanza viene smentita la versione del ministro Morrison e confermato quanto sostenuto dai detenuti; secondo una guardia del G4S – intervistata da ABC – la polizia privata avrebbe fatto entrare alcuni razzisiti e squadristi locali che avrebbero partecipato alla repressione della protesta messa in atto dai migranti reclusi nel centro di Manus. fonte The Guardian
Dopo le proteste e la tentata fuga di domenica, ieri altre proteste scoppiate nel centro di detenzione di Manus hanno portato alla morte di un migrnate e al ferimento, alcuni per ferite di armi da fuoco, di 77 persone di cui 13 in gravi condizioni.
Ovviamente la ricostruzione di quanto accaduto non è univoca: il ministro dell’immigrazione Morrison in conferenza stampa ha sostenuto che la causa è da imputarsi ai richiedenti asilo che avrebbero protestato in modo violento sfondando le recinzioni del centro; secondo diversi testimoni e secondo il portavoce di Refugee Action Coalition sono stati invece la società di sicurezza G4S (che gestisce il centro) e alcuni abitanti del posto a portare violenti attacchi premeditati con mazze e machete all’interno del campo.
Qui di seguito alcune fonti: