Qualche giorno fa sono state rintracciate nel Lazio e arrestate 2 persone nell’ambito dell’indagine sulle rivolte che hanno interessato il Cie di Gradisca nella seconda metà del 2013. Gli arresti si aggiungono ai 2 già effettuati ad ottobre per le stesse ragioni.
Il Cie di Gradisca lo ricordiamo è stato chiuso a novembre 2013 proprio grazie alla determinazione e alla lotta dei reclusi nel centro che hanno dato origine a numerose rivolte represse anche grazie all’uso di lacrimogeni all’interno della struttura. Durante una di quelle rivolte un recluso era caduto dal tetto ed è tutt’ora in coma.
Il lager di Gradisca è stato descritto dai reclusi e da chi lo ha potuto visitare come uno dei peggiori in Italia: detenzione discrezionale, condizioni igieniche indecenti, abuso di un potere esercitato tramite manganelli e lacrimogeni, somministrazione sistematica di psicofarmaci, violazioni dei diritti umani e la norma ad hoc che prevedeva l’impossibilità per i reclusi di avere con sè i telefoni cellulari.
Non solo nessuno è stato ritenuto responsabile di quanto è accaduto per anni all’interno del lager, ma continua l’opera di criminalizzazione e repressione nei confronti di quanti hanno alzato la testa e contribuendo a far cessare questo schifo. Le “vittime” che si sono ribellate sono oggi trattate come colpevoli, come se si potesse incolpare qualcuno di ribellarsi di fronte a trattamenti disumani per aver rotto qualche vetro ed essere salite su un tetto.
Ancora una volta esprimiamo la nostra solidarietà a coloro che lottano dentro i Cie per inceppare, sabotare e distruggere questi lager moderni. Dei Cie solo macerie!
Fonte Meltingpot