Nel tardo pomeriggio di sabato 29 marzo, sette reclusi del Cie di Trapani Milo hanno tentato lafuga utilizzando un vecchio gancio di metallo e alcune corde di fortuna. In sei sono riusciti ad arrampicarsi sulla recinzione esterna e a scavalcarla, l’ultimo ha dovuto rinunciare dopo essersi fratturato l’indice della mano sinistra: ritornato in sezione, è stato portato all’ospedale soltanto dopo le forti proteste dei quaranta reclusi rimasti nel Centro. Nonostante siano iniziati i lavori di ristrutturazione, che negli ultimi giorni si si sono concentrati sopratutto sul rafforzamento e l’innalzamento delle reti esterne, il Centro di Trapani Milo continua ad essere degno del suo soprannome: il Cie delle fughe
Fonte Macerie
Ancora tensioni al Cie di Trapani Milo. Come già avvenuto in passato, i reclusi hanno scavalcato la prima rete di recinzione per richiedere quei beni di prima necessità che mancano da quando i vecchi gestori della cooperativa Oasi se ne sono andati. Durante il confronto con le forze dell’ordine, un poliziotto in assetto antisommossa sferra unatestata a uno dei prigionieri, fratturandogli il naso. Ne nasce un parapiglia tra polizia e reclusi, che si placa solo con l’arrivo del direttore delle guardie, che promette sibillino di «fare rapporto su quanto accaduto» e garantisce che a gestire il Centro «domani arriva la Croce Rossa.» Che questo non sia un pesce d’aprile, ma un mandato diretto del Prefetto Falco, è confermato anche da alcuni giornali locali.
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