Sarebbero 139 i migranti morti per i naufragi avvenuti dal 30 aprile al 6 maggio al largo delle coste libiche. Arrivavano da Eritrea, Somalia, Siria e Afghanistan.
Secondo questo articolo oltre al naufragio del 6 maggio che sta avendo impatto mediatico in queste ore considerato l’elevato numero di morti – che si sa fa vendere i giornali – e a quello al largo dell’isola di Samos nel mar Egeo (di cui abbiamo scritto qui) si sarebbero verificati altri naufragi il 2 maggio e il 30 aprile.
Fulvio Vassallo Paleologo scrive invece sui social network “Temo che il naufragio di martedì scorso davanti alle coste libiche, l’ultimo di cui avevamo notizia, sia diverso da quello annunciato ieri dal ministro dell’interno di quel paese, con il comunicato reso noto oggi pomeriggio da tutte le principali agenzie giornalistiche. Le circostanze riferite ed il numero delle vittime accertate farebbero propendere per due eventi diversi” e continua sostenendo che “il governo libico deve avere intensificato le attività di controllo delle partenze, probabilmente per dimostrare all’Europa di riuscire ancora a controllare le proprie frontiere marittime, all’evidente scopo di battere cassa, rilanciando il ricatto sull’allarme invasione, come era solito fare Gheddafi. E le conseguenti stragi non si sono fatte attendere. Anche le bastonature inferte ai migranti prima di imbarcarsi fanno propendere per un particolare nervosismo dei trafficanti, che non si sentono più garantiti da una sostanziale impunità, come era avvenuto nei mesi scorsi. E’ probabile che la polizia libica, dopo essere stata addestrata in Italia, sia tornata in paria e svolga operazioni di contrasto delle partenze che in passato non venivano svolte”
Di sicuro c’e’ che la Fortezza Europa e i suoi confini continuano ad uccidere.