Riceviamo e diffondiamo:
Questa mattina a Roma, un gruppetto di nemici delle frontiere ha passeggiato per qualche oretta, da piazza Vittorio a Torpignattara, attraversando vie, snodi di trasporto e mezzi pubblici, lasciando il segno del passaggio sui muri e nelle chiacchiere con la gente.
Sono più di due settimane che, come in altre città, tra volantinaggi nei quartieri e appuntamenti, gruppi o singoli, informano dell’operazione Mos Maiorum, portando la solidarietà nelle strade, contro le retate e le deportazioni.
Domani inizierà la seconda settimana della preannunciata caccia al migrante “Mos Maiorum”, ma le retate e i controlli rappresentano la quotidianità della metropoli.
Passeggiare nei quartieri, chiacchierare con chi s’incontra, condividere e risolvere i problemi non è una pratica estemporanea, né una scoperta di chissà quale politicante dell’ultima ora che si è accorto del razzista della porta accanto.
In questi giorni, non costa un grande sforzo stampare volantini in più lingue, affacciarsi in strada, percepire la militarizzazione e dimostrare da che parte si sta… ci si accorgerà di quanti amici in più si possono riconoscere in questa pratica.
Dando uno sguardo alle poche segnalazioni comparse sui social network o sulla stampa, questa prima settimana dell’operazione Mos Maiorum, ci indica qualche elemento che è buono schematizzare:
– A Trieste e Ventimiglia è palese un controllo rafforzato delle frontiere interne all’Europa. Bus e treni vengono setacciati. Le dichiarazioni di alcune autorità francesi, seguite da quelle della Lega, riguardo la necessità di sospendere il trattato Schengen per “l’incompetenza italiana” nel controllo della frontiera a sud, sembrano essersi tradotte in un pugno di ferro.
– Numerosi controlli nelle zone agricole, dove lavorano i/le braccianti da sfruttati, si sono tradotti in arresti per i lavoratori immigrati. Lo stesso sta avvenendo alle lavoratrici sessuali, colpite da veri e propri rastrellamenti notturni, nei cantieri e nei grandi luoghi di distribuzione alimentare.
– Continue segnalazioni di controlli negli appartamenti per mano della polizia municipale di molte città. Forse, nell’anestesia diffusa, questo tipo di controlli risultano più invisibili e “meno ostili” rispetto a una palazzina militarizzata da carabinieri/poliziotti/esercito. In alcuni casi, sembrerebbe che agenti della municipale chiedano informazioni, a condomini qualsiasi, riguardo chi abita nella palazzina.
– Nelle stazioni ferroviarie principali, sono presenti dei checkpoint ai quali forse non si presta più attenzione, quasi fosse parte della normalità. I controlli sono molto frequenti. Lo stesso avviene nelle stazioni metro.
– In alcune città, le questure celebrano i controlli specifici in alcune zone, con ingenti posti di blocco a poche strade di distanza l’uno dall’altro.
A Roma, numerose segnalazioni arrivano da Stazione Ostiense, Stazione Tiburtina, Stazione Termini, zona San Paolo, Porta Maggiore, viale Marconi, Esquilino, via Prenestina e Trastevere. Alcuni quartieri, dove la militarizzazione totale viene favorita dai comitati di cittadini anti-degrado razzisti, sono diventati delle “no-go zone”, vere e proprie frontiere dentro la città.
Rilanciamo ancora l’invito, che abbiamo raccolto qualche giorno fa, a segnalare militarizzazione e controlli con SMS ad amici/che o tramite #StopRaids + #nomedellacittà sui social network.
Portiamo la solidarietà in strada
Respingiamo le retate