Pubblichiamo di seguito la traduzione del resoconto di un presidio solidale con i/le migranti imprigionati a Ježevo. Qui potete trovare la versione in inglese e croato.
Sabato 29 novembre, circa 20 attivisti si sono ritrovati davanti al centro di detenzione per migranti Ježevo.
L’idea del concentramento era di dimostrare solidarietà alle persone imprigionate, informare pubblicamente riguardo la situazione a Ježevo e conoscere meglio i problemi delle persone internate dietro le sbarre.
Le persone vengono imprigionate in questo centro di detenzione per aver attraversato le frontiere della Croazia, essendo considerate criminali per essere fuggiti da un paese, per chiedere l’asilo o anche solo per il fatto di viaggiare tra diversi paesi con il desiderio di scegliere dove muoversi e dove vivere.
La vita a Ježevo è la vita in prigione: stanze collettive, aree comuni, orari prestabiliti per mangiare, dormire, avere visite, andare in cortile tra muri e sbarre. Il contatto con l’esterno è molto limitato per le persone rinchiuse a Ježevo. La possibilità di ricevere visite non è molto facile ed è possibile solo preannunciandolo alle autorità.
Oltre a questo, i telefoni cellulari vengono sequestrati e a parte una chiamata gratuita all’ambasciata, le altre telefonate sono possibili solo a spese proprie.
Gli effetti personali vengo sequestrati, così come il denaro, e se le persone hanno dei soldi, hanno la possibilità di utilizzare circa 40 euro a settimana e vengono costretti a pagare per la loro prigionia circa 26 euro al giorno, così come la loro deportazione.
Per noi che eravamo presenti, la protesta è andata bene e senza grande intralcio da parte delle forze repressive. Per le persone imprigionate non c’è stata più repressione del solito, tolto il diniego di poter andare in cortile durante il tempo della protesta.
Sono stati letti diversi comunicati di solidarietà in più lingue, comunicando direttamente con le persone imprigionate.
Il silenzio della quotidiana prigionia, è stato rotto attraverso la comunicazione e gli slogan tra dentro e fuori.
Questa azione di solidarietà è stata solo un piccolo gesto per unire le lotte contro la criminalizzazione dei migranti nel sistema di frontiere europeo. Lo spazio d’azione è molto grande.
E’ un nostro dovere far arrivare oltre i muri e le recinzioni:
La detenzione di migranti è solo un’altra forma di galera! Nessuno è illegale!
Il video della giornata di lotta.