Era nell’aria, era tutto il giorno che la presenza copiosa dei reparti della celere minacciava il presidio permanente a piazza Syntagma delle persone rifugiate provenienti dalla Siria, mentre il governo greco respingeva tutte le rivendicazioni dei manifestanti.
Un mese di proteste, cortei e scioperi della fame di massa per strappare la libertà di poter scegliere dove vivere, dove costruirsi una vita degna dentro i confini della Fortezza Europa.
La determinazione di queste persone non chiedeva “accoglienza” ad un paese di confine dove la miseria dilaga, era ed è tutt’oggi volta a spezzare l’oppressione delle politiche europee di gestione dei corpi migranti.
Lo sgombero, avvenuto stanotte alle 3, nella piazza davanti al parlamento greco ad Atene, è un attacco comandato dall’Europa intera, una violenza che ha portato al trasferimento in caserma di tutti e tutte coloro che difendevano il presidio durante le ore notturne.
In questo mese di lotta, almeno 2 persone hanno perso la vita cercando di conquistarsi la libertà di attraversare le frontiere interne alla Fortezza Europa. Uno di loro è morto stremato dallo sciopero della fame e dal freddo, l’altro scegliendo di provare ad attraversare la frontiera tra Grecia ed Albania.
Ecco il caro prezzo che il Regolamento di Dublino III e tutte le politiche di guerra ai migranti per mano militare impongono a migliaia di vite.
Solidarietà a chi è stata/o brutalmente attaccata/o mentre difendeva la propria libertà.
Senza confini non ci sono clandestini.
Tutti liberi, tutte libere.