fonte: Macerie
La scorsa primavera ci aveva provato la Prefettura a proporre la «chiusura temporanea del Centro», ma il Ministero dell’Interno si era fermamente opposto. Non era quindi così difficile ipotizzare che l’ennesima discussione in Consiglio Comunale riguardo la chiusura del Cie non avrebbe portato a nulla di concreto. E infatti nel Cie di Torino non c’è aria di smobilitazione, ma di ristrutturazione. Nel silenzio generale da qualche giorno alcuni operai si aggirano tra le gabbie e hanno trasportato diverso materiale edile all’interno della struttura. Dopo una sommaria ispezione nelle aree distrutte dal fuoco delle rivolte, gli operai hanno iniziato a risistemare alla bell’e meglio l’area bianca, inagibile da mesi dopo gli incendi della scorsa estate.
Intanto nel Centro – dove restano meno di venti reclusi distribuiti tra le celle di isolamento e le poche stanze ancora utilizzabili delle aree verde, viola e gialla – c’è un clima di attesa in vista del prossimo cambio di gestione: sembra infatti che tra pochi giorni ci sarà l’ufficiale inaugurazione della gestione targata Gepsa e Acuarinto, gli stessi che da un mese gestiscono il Cie di Roma. Il Centro romano è di nuovo strapieno, e sotto la direzione del nuovo manager Diego Avanzato funziona a pieno regime, tanto che qualche giorno fa i nuovi gestori hanno addirittura trovato il tempo per organizzare una grottesca festa per l’epifania in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio. Ma il cambio di gestione era stato abbastanza problematico: a questo proposito ascolta una lunga intervista ad un recluso andata in onda tre settimane fa su Radio Onda Rossa.