Un gruppo di 36 migranti di origine subsahariana è riuscito a entrare all’alba di ieri a Melilla, l’enclave spagnola in Marocco, dopo ripetuti assalti alla doppia barriera frontaliera portati nel corso della notte da circa 400 persone.
I migranti riusciti a passare sono giunti nel centro di soggiorno temporaneo (Ceti) della città autonoma, mentre altre 17 persone sono rimaste arrampicate per 5 ore sulla rete del perimetro frontaliero in località Barrio Chino, dove il valico pedonale utilizzato dai lavoratori marocchini che si recano nell’enclave spagnola è stato chiuso al transito. Tre dei migranti giunti al Ceti sono stati trasferiti in ospedale per le ferite riportate durante lo scavalcamento delle reti. I migranti rimasti appesi per ore alla recinzione sono stati espulsi illegalmente dall Guardia Civil e riportati in Marocco (fonte Eldiario)
La pressione migratoria sulla città autonoma si è intensificata negli ultimi giorni, dopo l’annuncio del governo marocchino relativo allo smantellamento nelle prossime settimane degli accampamenti vicini a Ceuta e Melilla, nei quali i migranti subsahariani aspettano il momento opportuno per provare a superare le reti e accedere in territorio spagnolo (fonte: ANSAmed).
E l’annuncio è stato prontamente confermato nei fatti: questa notte infatti la polizia marocchina è salita sul monte Gurugu, vicino al confine con Melilla, dove ha devastato e incendiato gli accampamenti di fortuna delle migliaia di migranti che vivono lì in attesa di provare a saltare le reti di confine per entrare nella Fortezza Europa.
Almeno 300 persone sono state arrestate e centinaia caricate su bus e deportate (con destinazione la regione Orientale marocchina che ha davanti solo la frontiera con l’Algeria.) dopo essere state violentemente bastonate. Sono tutti di origne subsahariani. Tra di loro ci sono moltissimi minori.
Ecco il video girato dall’associazione PRO.DE.IN.
Questo violento e infame attacco contro i migranti che cercano di entrare in Europa, arriva a 4 giorni di distanza dal primo anniversario della tragedia del Tarajal, durante la quale la Guardia Civil spagnola ha ucciso almeno 15 persone che cercavano di entrare a nuoto a Ceuta, e testimonia come la violenza e la morte ai confini europei non si fermino e non si siano mai fermati. Il Marocco è chiamato a fare il lavoro sporco dalla democratica Spagna e dall’Unione Europea che pagano per impedire alle persone di entrare all’interno dei suoi confini.
Il 2014 è stato infatti un anno particolarmente positivo in termini di cooperazione finanziaria tra Marocco e UE: sono arrivati nel regno un totale di 373 milioni di euro. Al cuore della collaborazione e dell’azione di partenariato sono presenti capitoli dedicati alla politica energetica e al sostegno con nuovi finanziamenti per la creazione di tre parchi eolici. Ed ancora, commercio di prodotti agricoli e alimentari, ratifica e attuazione del protocollo di pesca e supporto sostenibile ai settori dell’istruzione, della sanità e della società civile. Al centro della partnership euro-marocchina c’è anche la gestione dell’immigrazione irregolare. L’attuazione del Partenariato di mobilità e la politica di regolarizzazione, in marcia tutto il 2014, hanno cercato di controllare i flussi migratori: di 28 mila gli stranieri che hanno inoltrato domanda di regolarizzazione, 18 mila hanno passato la sanatoria (fonte)
Nel frattempo il governo spagnolo legalizza i respingimenti alla frontiera e prova a preselezionare i richiedenti asilo in quel di Ceuta/Melilla (fonte Eldiario)
A questo link trovate alcuni video che raccontano un anno di politica migratoria (e di sistematica violazione dei diritti umani) da parte del governo spagnolo a Ceuta e Melilla
Qui l’appello di No Borders Marocco per la raccolta fondi a sostegno dei feriti e di coloro che sono stati o saranno deportati dopo il raid poliziesco sul monte Gurugu
STOP THE WAR AGAINST MIGRANTS!
STOP THE VIOLENCE AT THE BORDERS!
SOLIDARITY WITH THE MIGRANTS OF GURUGU AND WHEREVER
FUCK FORTRESS EUROPE