Un’altra strage targata UE

fonte: Askavusa

bordersDomenica 8 febbraio 2015 la Guardia Costiera di Roma ha ricevuto una prima richiesta di soccorso da parte di un gommone con più di cento persone a bordo, naufragato a poche miglia dalla costa libica in condizioni meteo proibitive. All’arrivo sul posto sul gommone indicato sono stati ritrovati 7 morti per assideramento e durante il trasferimento verso Lampedusa altri 22 persone sono morte assiderate. I superstiti, che sono stati trasferiti al centro di accoglienza di Lampedusa, hanno avvertito la Guardia Costiera spagnola della presenza di altri 3 gommoni, ognuno con circa 100 persone a bordo. Hanno dichiarato, inoltre, di essere stati costretti con le armi a intraprendere il viaggio. Si stima che i morti assiderati e i dispersi siano 231 secondo i dati ufficiali, ma potrebbero essere più di 300. Una grande anomalia salta all’occhio: per quale motivo 400 persone vengono a forza costrette a imbarcarsi sui dei gommoni per affrontare il viaggio in condizioni avverse (si parla di onde di 9 metri e mare forza 7)?
Proprio come per il 3 Ottobre 2013, queste stragi forniscono il pretesto per riproporre le stesse retoriche ipocrite e ridondanti: la necessità di maggiori investimenti militari per il controllo delle frontiere e per le politiche sicuritarie, l’inadeguatezza delle operazioni militari in atto, l’accelerazione del processo di delocalizzazione delle politiche di controllo delle frontiere nei paesi di partenza e dunque il rilancio di nuove politiche interventiste in queste aree.Ancora una volta respingiamo fortemente queste narrazioni che omettono deliberatamente un’analisi delle cause che spingono queste persone a partire.
Rifiutiamo le lacrime di coccodrillo di quegli attori internazionali (UE, NATO…) che sono i principali responsabili della destabilizzazione di interi territori e, di conseguenza, della morte di chi è costretto a fuggire in clandestinità.
Dietro le politiche migratorie si nascondo le solite ambizioni neo-colonialiste e imperialiste, spinte dagli interessi economici dell’industria bellica.Ribadiamo la necessità di smascherare le vere cause che provocano le migrazioni.
La libertà di circolazione per tutti e la fine di ogni tipo di ingerenza sono l’unica strada per evitare simili stragi in futuro.
Collettivo Askavusa
lampedusa, 12 Febbraio 2015Contatti:
Francesca Del Volgo:
+39.328.9035468
askavusa@gmail.com
ENG
Another massacre by EU

On Sunday, February 8th 2015, the Italian Coast Guard recieved a first distress call from a rubber boat with about 100 perople aboard, shipwrecked a few miles away the Libyan coast in extreme wather conditions. At they arrival, the Coast Guard found 7 people frozen to death, while 22 more people died during the transfer to Lampedusa. The survivors have been transferred to the Lampedusa reception centre. They informed the Coast Guard of the presence of 3 more rubber boats, carrying about 100 people each. Moreover, they declared they had been forced with weapons to leave from Libya. According to offical data, there would be 231 people dead or missing, but they could actually be more than 300. There is a big anomaly in this reconstruction: why 400 people should be forced to leave in such terrible weather conditions?

Just like after the shipwreck of October 3rd 2013, these disasters are just the excuse to reaffirm the usual deceiver and redundant rhetorics: the necessity to increase the military investments for the borders patrolling and for security policies; the inappropriateness of the existing military operations; the acceleration of the process of outsourcing of the policies of border patrol in the home countries and thus the relaunch of new interventionist policies in those territories.

We strongly reject these kind of narrations that deliberately omit an analisys of the causes pushing these people to leave their home countries.

We refuse the crocodile tears of those international actors (EU, NATO…) who are responsible of the destabilization of whole territories and, as a consequence, of the death of those who are forced to depart illegally.

Behind the migration policies there are neo-colonialist and imperialist ambitions, driven by the economical interests of the arms industry.

We reaffirm the necessity of revealing the real causes lying behind migrations.

The freedom of movement for everybody and the end of any kind of interference are the only way to avoid such slaughters in the future.
Collettivo Askavusa
Lampedusa, February 12th 2015Contacts:
Francesca Del Volgo:
+39.328.9035468

askavusa@gmail.com

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