Traduzione da Beatingborders
Nei giorni scorsi, il governo marocchino ha continuato la sua campagna di deportazioni ai confini dell’Unione Europea, con estrema violenza e calpestando i diritti dei migranti e le libertà fondamentali.
Venerdì scorso, 13 febbraio, le autorità hanno condotto raids in diversi boschi intorno a Nador, durante i quali hanno arrestato circa 200 persone che vivono a Baquoya, Afra, Bolingo e in altri luoghi nei dintorni di Nador. Tra i detenuti portati al centro di Akariat c’erano diverse donne (alcune delle quali in stato di gravidanza) e bambini, molti richiedenti asilo e titolari di documenti. Molte tende, coperte, beni personali e riserve alimentari sono state bruciate, costringendo i migranti sfuggiti ai rastrellamenti a nascondersi al freddo e senza i beni primari fondamentali. Sebbene le persone stiano già ricostruendo alcuni campi, la paura di ulteriori azioni da parte del terrore di stato rimane alta. Inoltre diverse persone sono state imprigionate e accusate di traffico di esseri umani – un altro tentativo di criminalizzare i migranti invece dei veri responsabili : la rete stato capitalista-polizia-mafia.
Anche se non ci sono state incursioni in altre foreste o città del Marocco, lo Stato marocchino attualmente sta espellendo circa 1.000 persone provenienti dalle foreste di Nador, compresa quella di Gurugu. A sei giorni dalle retate la maggior parte dei migranti sono ancora segregati nei centri di detenzione improvvisati nel sud del Marocco. Qui le misure di sicurezza sono severe e i bisogni primari (cibo, posti-letto, cure mediche) non sono sufficientemente soddisfatti. Nessuno ha detto ai detenuti che cosa ne sarà di loro, e perché sono trattati come criminali ; lo stress e l’ insicurezza destabilizza sempre più i migranti detenuti.
Nel frattempo sono in corso trattative con le ambasciate dei paesi di origine dei migranti. Mentre Senegal e Mali sembrano disposti a “riprendersi” i propri cittadini, il Camerun ha rifiutato, motivando il rifiuto con l’attuale situazione di crisi e insicurezza interna. La Mauritania, paese di transito per la deportazione verso il Senegal e il Mali, ha rifiutato l’ingresso ai due bus di migranti che il Marocco aveva inviato a sud sabato scorso: per questo motivo i migranti sono stati riportati ai centri di detenzione.
Il Marocco giustifica queste azioni disumane e completamente assurde con discorsi sui “diritti umani” probabilmente copiati pari pari da quelli che circolano in Europa: afferma che lo sgombero degli accampamenti ha lo scopo di “liberare” i migranti dalla morsa di “contrabbandieri e trafficanti”. Con questo ragionamento il Marocco riproduce gli stereotipi diffusi costantemente dai governi europei e dai loro media mainstream, secondo i quali le persone che vivono nelle foreste marocchine rappresentano una minaccia, per via della Jihad, dell’ Ebola o della mafia : le motivazioni sono intercambiabili ma il razzismo rimane sempre lo stesso.
Il governo marocchino, però, non accetta alcuna critica. Chiunque cerchi di testimoniare o di rispondere a questa campagna di espulsioni è soggetto alla repressione. Molti sono stati intimiditi , le attrezzature sono state confiscate. All’ AMDH (Associazione marocchina per i diritti umani) ieri è stato negato l’accesso all’accampamento di Nador , i loro uffici di Rabat sono stati perquisiti e due giornalisti sono stati arrestati.
Nel contempo la maggior parte dei principali media europei tace su queste violazioni di massa dei diritti umani , effettuate con il sostegno finanziario e logistico dell’Unione europea.
Ecco perché è nostra responsabilità diffondere le informazioni e le voci dei migranti, e mostrare solidarietà!
FERMARE LA GUERRA AI MIGRANTI!
LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE PER TUTTI!
NO BORDERS!
Per maggiori informazioni:
Twitter: @NoBordersMaroc @HelenaMaleno
Video che mostrano la distruzione degli accampamenti nei dintorni di Nador
A Gurugu: https://vimeo.com/119749824
A Baquoya: https://www.youtube.com/watch?v=37AgHm99CQU&feature=share