fonte: Macerie
Sembra essere arrivato agli sgoccioli lo sciopero della fame e della sete che, dentro le mura del Cie di Torino, alcuni reclusi stavano portando avanti da quasi due settimane. Qualcuno sta ancora scioperando, non volendo abbandonare quella piccola speranza di uscire che aveva animato la protesta negli scorsi giorni, ma i più hanno abbandonato di fronte all’inamovibilità dei medici del Centro che giudicavano idoneo a restare in corso Brunelleschi anche chi si presentava in sedia a rotelle e stremato dai numerosi giorni di astensione da cibo e acqua. L’indifferenza dei gestori sembra, dunque, aver avuto la meglio anche se, come sappiamo, la calma nei Cie non può regnare a lungo.
E ci auguriamo che sia così sul serio, visto che sembra ormai certo che siano ricominciati i lavori di ristrutturazione che dovrebbero portare a capienza massima il Centro. Un po’ ce lo si poteva aspettare dopo le ristrutturazioni dei mesi invernali che avevano riportato il Cie ad avere novanta posti disponibili ma ancora con diverse aree mezze chiuse perché semidistrutte. Le ditte, a detta di chi vede entrare e uscire i mezzi dei lavori, son sempre le stesse.
Cambia invece il direttore del Cie di Bari anche se di ufficiale non c’è niente – forse perché non era stato detto ufficialmente neanche che Rohan Lalinda, l’ex-recluso poi diventato direttore, aveva fatto i bagagli e se n’era andato lasciando la gestione del Cie in mano alla polizia. In maniera temporanea, s’intende; giusto il tempo di far formare qualcun altro che andasse a tappare il posto vacante e così, dopo oltre tre mesi, Bari ha ora una nuova direttrice; son le voci da dentro a raccontarcelo e ci dicono anche che appena arrivata, come ben si confà ai nuovi capi, ha dettato subito nuove regole, più repressive ovviamente, come il divieto di stare nei corridoi – unico luogo dove i reclusi di tutte le aree possono incontrarsi. Staremo a vedere se ai reclusi andranno giù le nuove disposizioni o meno. Intanto fuori dalle mura baresi si sta preparando un presidio in loro solidarietà. Appuntamento per sabato 29 agosto allora, per un saluto a coloro che ancora scalpitano rinchiusi tra le gabbie e che non vogliono rinunciare alla loro libertà.
Presidio in solidarietà anche a Roma, il 5 di settembre davanti alle mura del Cie di Ponte Galeria.