In questo mese di ottobre sono continue le proteste e le rivolte nei CIE spagnoli. Dopo la fuga in massa dal CIE di Sangonera a Murcia e la rivolta e lo sciopero della fame in quello di Aluche a Madrid, è la volta dei reclusi nel centro di detenzione ed espulsione della Zona Franca di Barcellona. Ieri 23 ottobre 68 persone, tutte algerine, tra le 182 recluse nel lager di Barcellona, hanno iniziato uno sciopero della fame, rinunciando al pranzo e alla cena e rimanendo in protesta nel cortile della struttura, rifiutandosi di tornare nelle celle. In vista della deportazione prevista nei prossimi giorni, i migranti hanno deciso di continuare la loro lotta esigendo la liberazione immediata. Lo sciopero della fame arriva infatti dopo ripetute proteste: dalla riapertura del CIE di Barcellona, avvenuta il 7 luglio dopo lavori di ristrutturazione durati alcuni mesi, si segnalano numerosi scontri e tentativi di fuga. Per citare solo quelli del mese in corso: il 7 ottobre c’è stata una rivolta e il 19 un tentativo di fuga fermato dall’intervento della polizia antisommossa. In più il 12 ottobre 40 migranti erano stati trasferiti, dopo la fuga di massa del 5 ottobre, dal CIE di Murcia in quello di Barcellona, e la polizia accusa proprio questi ultimi di aver organizzato le recenti proteste. Nel CIE di Barcellona l’ultimo sciopero della fame era stato portato avanti da 40 reclusi nel dicembre 2013 in seguito alla morte di Aramis Manukyan, un armeno di 32 anni, picchiato dalla polizia e posto in isolamento.
Nel 2015 nei 7 CIE spagnoli di Algeciras, Madrid, Las Palmas, Barcellona, Murcia, Valencia e Tenerife sono state recluse 6.930 persone, 455 donne e 6475 uomini, e 2.871 persone sono state deportate.
La maggior parte delle persone detenute nei CIE e deportate provengono da Algeria e Marocco. Gli/le adult* algerin*, in particolar modo, sono tra le persone che hanno la certezza di essere respinte o direttamente via mare o recluse nei CIE appena sbarcate in Spagna, e rapidamente deportate con voli aerei, in base agli accordi bilaterali vigenti tra i due paesi: per questo motivo le proteste di Murcia, Madrid e Barcellona hanno visto come protagoniste le persone provenienti da questo paese.
Un presidio di solidarietà con i migranti in lotta è stato convocato oggi alle 19, davanti al CIE, dal collettivo Te Kedas Donde Kieras.
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