Aggiornamenti del 2 dicembre
Liberamente tradotto da Bordermonitoring Bulgaria e altre fonti locali
In seguito ai disordini scoppiati il 24 novembre scorso nel campo di Harmanli (in Bulgaria), la polizia ha fatto irruzione verso le 21 della stessa giornata in tre stabili in cui si trovavano dei/delle richiedenti asilo prevalentemente di origine afgana.
Tutti gli uomini e i ragazzi sono stati picchiati brutalmente per due ore e le porte e le finestre della struttura sono state distrutte. Si parla di almeno 350 feriti. Un quindicenne afgano ha subito la frattura del cranio e si trova in gravissime condizioni, dopo essere stato indotto al coma farmacologico.
Il ragazzo faceva parte di un gruppo che stava per essere trasferito nel campo profughi di Elhovo, scortato dalla polizia ma, accertata la gravità delle sue ferite, è stato prima visitato in un ospedale di Yambol poi trasportato nell’ospedale di Stara Zagora, dove è stato operato d’urgenza.
I controlli medico-sanitari nel centro di Harmanli sono iniziati da due giorni. Le autorità bulgare hanno annunciato e iniziato ufficialmente la costruzione di nuove recinzioni intorno al campo. Il governo ha inviato nel campo 60 militari dell’esercito, che si aggiungono ai già presenti 250 poliziotti antisommossa, per prevenire ulteriori proteste dei 3100 richiedenti asilo presenti nella struttura, prevista per 2710 persone. Inoltre è stato annunciato che l’ex Centro di Transito di Pastrogor sarà trasformato in un campo chiuso. Gli ospiti afgani di Harmanli sono stati accusati dalle autorità di aver iniziato la rivolta, accusa che i media bulgari hanno prontamento riportato.
La SAR (l’Agenzia di Stato per i Rifugiati) ha dichiarato che le persone di origine afgana saranno rimpatriate in Afghanistan; per ora, a queste persone è stata offerta la deportazione volontaria, sebbene non siano state ancora decise le modalità. 40 persone hanno già acconsentito alla deportazione; chi si rifiuta, è minacciato di arresto. Per tutte le 18 persone (fra cui tre minorenni) arrestate e processate a Harmanli con l’accusa di aver fatto scoppiare la rivolta è stato confermato il carcere.
Liberamente tradotto Bordermonitoring Bulgaria
Giovedì 24 novembre verso mezzogiorno, dopo più di due giorni di quarantena una violenta rivolta è scoppiata nel campo profughi di Harmanli. Il campo era stato messo in quarantena in seguito ad una campagna stampa che segnalava malattie della pelle trasmissibili fra i residenti. Notizie false, diffuse per creare artificialmente tensione, secondo quanto riportato dall’Agenzia per i rifugiati bulgara. Il confinamento era stato comunque deciso, viste le proteste della popolazione locale.
I migranti hanno protestato contro la chiusura del campo e per la libertà di movimento. In centinaia hanno chiesto perché più di 3000 persone dovessero rimanere all’interno del campo senza essere autorizzati a uscire, anche se non tutti sono malati.. La chiusura del campo era già nei piani a lungo termine delle autorità e una risposta alle continue proteste dei partiti di destra e dei loro sostenitori.
I manifestanti hanno costruito piccole barricate che sono state in seguito incendiate. Dopo un po’, un cannone ad acqua è stato attaccato da diverse persone con le pietre (qui il video). La polizia antisommossa ha risposto alla protesta bastonando i/le migranti e alcuni poliziotti sono stati visti mentre lanciavano pietre ai migranti in rivolta. Dopo un po’ la situazione è lentamente migliorata grazie soprattutto ad alcuni migranti che sono riusciti a calmare la folla. Le persone hanno così continuato con una protesta pacifica.
Dopo il fallimento delle trattative, la rivolta è proseguita di nuovo durante la notte. Il capo segretario del ministero dell’Interno bulgaro Georgi Kostov, ha dichiarato che più di 200 persone del campo sono state arrestate. La polizia è entrata in alcuni edifici usando la forza contro le persone. Come spesso accade e come riferiscono molte persone, anche coloro che non hanno preso parte alla rivolta sono stati picchiati. È stato riferito che la polizia ha usato proiettili di gomma. Al momento non è ancora chiaro quante persone siano rimaste ferite, per la mancanza di comunicazione all’interno del campo. Diverse sono le foto che documentano le violenze poliziesche.
Ricordiamo che la Bulgaria ha disposto il filo spinato lungo il confine con la Turchia e ha rafforzato i controlli alle frontiere per impedire l’afflusso di migranti. 17.000 di loro sono stati arrestati nei primi 10 mesi dell’anno (un terzo in meno rispetto a un anno fa, il che farebbe pensare a un minore afflusso). Ma i nazionalisti bulgari sono comunque scesi in piazza varie volte nei mesi scorsi, chiedendo la chiusura immediata di tutti i centri e l’espulsione dei migranti presenti nel paese.