fonte: Macerie
Giovedì pomeriggio si è tenuto nella sala conferenze regionale di corso Regina un incontro piuttosto interessante: la presentazione del dossier 2017 sui richiedenti asilo della Fondazione Migrantes. Un gruppo sociale così profumato, anzi in odor di santità come solo chi è legato alla Conferenza Episcopale Italiana sa essere.
Non per nulla a barcamenarsi tra statistiche, retoriche dell’accoglienza e preghiere in prosa è proprio il massimo esponente torinese che si potesse tirar fuori dal cilindro, o per meglio dire dalla papalina viola. Ci riferiamo all’arcivescovo Cesare Nosiglia, interrotto nel suo discorso da una decina di nemici delle deportazioni e delle frontiere che, sollevatisi dal pubblico, hanno ricordato a lui e ai presenti in sala il ruolo della Madre Chiesa nella gestione dell’immigrazione in Italia, al netto delle parole edulcorate lì propinate. Il riferimento è soprattutto quello a Le Misericordie Srl che hanno costruito un bel profitto tra la gestione degli Hotspot e dei Cara nel sud Italia.
In questo pomeriggio conferenziale i porporati erano ben accompagnati dai rappresentanti delle istituzioni, non ultima l’assessora regionale all’Immigrazione Monica Cerutti che, mentre le retate per le strade sabaude sono all’ordine del giorno, non smette mai di spremersi le meningi per capire come far sì che siano reclusi solo i senza-documenti che delinquono. Beh, ci viene da dire che in tal contesto abbia potuto ben consultarsi con gli esperti della variazione della pena nei gironi tra purgatorio e inferno; chissà che a breve non abbia l’illuminazione e faccia la sua proposta di detenzione selezionata.
I contestatori, invece, dopo aver distribuito all’uditorio qualche foto di un ragazzo che nell’isolamento di corso Brunelleschi si è cucito per protesta le labbra si sono allontanati al grido di “Fuoco ai Cie!”.
Vi ricordiamo che per sostenere i reclusi in lotta l’appuntamento è per domani, domenica 19 febbraio davanti alle mura del Cie di corso Brunelleschi alle ore 15,30.