Ascolta qui la voce di un compagno senegalese in corrispondenza con Radio Onda Rossa. ————————————————————————————————–
In questo momento di dolore e rabbia, esprimiamo la nostra vicinanza alle persone care di Maguette e ai fratelli e alle sorelle della comunità senegalese, che in questi anni abbiamo avuto modo di conoscere nelle lotte e nel tentativo comune di respingere la continua repressione dello Stato.
Dopo il blocco del traffico sul lungotevere all’altezza di via Beatrice Cenci e l’accerchiamento della celere con la sua violenza cieca, abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con alcuni lavoratori senegalesi scampati alla retata di questa mattina, cercando di ricostruire l’accaduto per evitare che l’unica voce sia quella di chi l’ha assassinato.
Questa mattina, intorno le 11:30, la Polizia di Roma Capitale ha effettuato uno dei consueti blitz sul lungotevere ai danni dei venditori ambulanti. Queste operazioni sono il quotidiano e s’intensificano dal martedì al venerdì di ogni settimana.
Una macchina in borghese e una volante hanno chiuso la strada da entrambe le parti, lasciando scendere alcuni agenti in borghese e altri in divisa che si sono lanciati nella caccia all’uomo.
Insieme a Maguette c’erano diversi suoi compagni e ognuno è scappato verso una via di fuga in solitaria, cercando di disperdersi e togliersi gli sbirri dalle spalle.
Dopo 40 minuti dalla retata, delle donne si sono avvicinate ai compagni di Maguette, avvisandoli che uno di loro era steso per terra in una pozza di sangue, in via Beatrice Cenci.
A quel punto tutti hanno scelto di tornare indietro, trovando Maguette privo di vita, tra le volanti delle forze dell’ordine e un’ambulanza giunta sul luogo. Sul luogo alcune persone hanno testimoniato di aver visto un agente colpirlo alla gamba, facendolo cadere.
Maguette Niang era un signore di circa 50 anni nato in Senegal, che da 25 anni lavorava come venditore ambulante in Italia.
Lui e i suoi compagni affrontano ogni giorno, con 20 kg sulle spalle, i rastrellamenti delle forze dell’ordine. Nelle tante fughe che ci hanno raccontato, in molti si rompono le gambe e s’infortunano pur di non farsi sequestrare la merce e poter continuare l’attività lavorativa, cioè l’unico modo che hanno per sopravvivere.
La repressione dei lavoratori e delle lavoratrici ambulanti, in gran parte immigrat*, è da anni una costante: si tratta di una precisa modalità di gestione dei quartieri delle città in cui viviamo da parte delle varie Giunte.
E infatti la giornata di oggi a Roma si era aperta con una delle frequenti incursioni della Finanza nelle case dei lavoratori senegalesi che vivono a via Campobasso, nel quartiere del Pigneto.
A seguito di questa operazione, 3 persone si trovano ancora in caserma e molta merce è stata sequestrata. La strategia scelta dalla guardia di finanza è stata quella di fingersi un’acquirente in cerca di scarpe, bussando alle loro porte per poi dare il via alle perquisizioni.
L’operazione che si è svolta a via Campobasso è solo l’ultima di una lunghissima serie, costata già numerose denunce, sequestri e decreti di espulsione agli abitanti senegalesi del Pigneto.
Per reagire all’assassinio di Maguette, i lavoratori e le lavoratrici senegalesi stanno organizzando una manifestazione a Roma, nelle prossime ore sapremo dirvi luogo e ora.
La rabbia è immensa, scateniamola.