riceviamo e pubblichiamo:
Nonostante le condizioni di vita estenuanti a cui sono costrette le persone ingabbiate nei CPR, non si ferma la resistenza quotidiana, collettiva o individuale, di chi è prigionierx. Nell’ultima settimana siamo venutx a conoscenza di alcune proteste che hanno turbato e sicuramente messo in difficoltà chi è responsabile e complice di questi lager.
La sera di giovedi 12 ottobre le persone recluse nel CPR di Pian del Lago a Caltanissetta hanno dato vita a un nuovo tentativo di evasione. Secondo quanto riportano brevemente alcuni media locali, un nutrito gruppo di magrebini in via di deportazione ha danneggiato gli interni della struttura e divelto delle sbarre in metallo dagli infissi di un padiglione degli alloggi, tentando di allargare le sbarre di recinzione del centro. Il tentativo ha visto l’immediato intervento sia delle forze dell’ordine sia dei militari dell’esercito che sono di guardia nel lager di stato. Il giorno successivo, 13 ottobre, almeno sei tunisini, sbarcati a Lampedusa il 1° ottobre e arrestati perché già espulsi in precedenza, sono stati imbarcati su un volo in partenza dall’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo e deportati a Tunisi. Sono 1128 le persone deportate dalla questura di Caltanissetta nel corso del 2017.
Nel CPR di Ponte Galeria lo sciopero della fame, organizzato da un gruppo di recluse per protestare contro il cibo avariato servito a mensa, si è interrotto il 15 ottobre dopo una settimana in cui continui sono stati i ricatti dei gestori per far desistere le ribelli (per esempio mancata somministrazione di farmaci importanti, relative minacce di TSO per chi assume psicofarmaci…). Nonostante la fine dello sciopero, alcune continuano le proprie battaglie individuali chiedendo conto alla direzione riguardo i responsabili del servizio catering e sopratutto della propria salute, dato che scarseggiano le medicine e alcune terapie somministrate, ad esempio per l’influenza, durano mezza giornata. Ieri, 16 ottobre, siamo venute a conoscenza di una breve protesta scattata nella mensa, dove la rabbia delle recluse si è scatenata in un lancio di piatti, cibo e sedie che ha provocato la caduta di un operatore, scivolato sull’olio.
Contemporaneamente, sempre ieri nel CPR di Brindisi-Restinco, i reclusi hanno nuovamente protestato durante il pranzo (che ricordiamo arriva sempre freddo, scarso e disgustoso, e inoltre a orari variabili) perché da tempo chiedono siano migliorati e diversificati i pasti, anche per assecondare abitudini e necessità alimentari di ognuno.
Verso le 18 del pomeriggio, invece, un recluso che non gode di ottima salute, è svenuto battendo la testa sul pavimento, provocandosi una importante ferita. L’indifferenza dei carcerieri ha portato i compagni di sezione a richiamare l’attenzione urlando e facendo battiture finché, dopo circa due ore, non è arrivata un’ambulanza per soccorrere l’uomo. Mentre ieri sembrava che fosse stato trasferito in un ospedale per accertamenti, sappiamo oggi che invece il recluso è stato semplicemente parcheggiato in infermeria e riportato poi in sezione.
nemiche e nemici delle frontiere