Sono centinaia i prigionieri delle diverse carceri egiziane che nel mese di ottobre hanno deciso di cominciare lo sciopero della fame a oltranza per denunciare la lunghezza dei tempi della detenzione preventiva e i diversi maltrattamenti di cui sono vittime. Tra questi anche 210 tifosi dello Zamalek (in seguito al rinnovo di un altro mese della loro detenzione) che, dopo aver cominciato la protesta, sono stati picchiati dalle guardie, rasati e minacciati di non essere trasferiti nella sezione non politica del carcere.
L’arresto preventivo è, di fatto, uno dei tanti mezzi illegali usati dal regime per tenere in carcere a tempo indeterminato e senza fornire prove i/le detenute politiche. C’è chi, come il giornalista Shawkan, è da 4 anni dentro senza processo.
Dei prigionieri in arresto preventivo scrivono:
“Un messaggio dal cimitero dei vivi rivolto a chi ha cuore puro e coscienza e non rivolto al governo o al regime. Un messaggio che viene da un prigioniero che vuole vedere la luce e vuole vivere libero e sicuro.
Quattro ragazzi giovani sono stati arrestati nel quartiere di Dar al-Salam, accusati di appartenere ai Fratelli Musulmani, di aver capeggiato una manifestazione, di aver violato la costituzione e infine di voler rovesciare l’attuale sistema di governo.
Le prove sono 4 cellulari e qualche volantino con su scritto “Gennaio ci unisce”.
La polizia li accusa di aver organizzato una manifestazione di migliaia di persone davanti il commissariato di Dar al-Salam il 25/01/2017. Questo tuttavia contraddice quanto detto dallo stesso Ministero degli interni che affermava su tutti i giornali come in quel giorno non ci fossero state manifestazioni.
Com’è possibile fare una manifestazione davanti a un commissariato di polizia? E anche se così fosse stato, dove sono i filmati delle telecamere?
Gli arresti sono avvenuti così: uno è stato arrestato mentre andava in motorino, 2 in un caffè per strada e il quarto in metropolitana.
Ora, sono 10 mesi che stanno in custodia, hanno perso tutto e non non si sa perché sono dentro.
C’è chi vuole continuare a studiare all’università, chi vuole pensare al proprio futuro e chi vuole tornare dalla propria famiglia. Altri che vogliono vivere come te.
Non c’è nessuna prova contro di loro. Per due volte sono stati scarcerati, ma la procura ha sempre fatto appello.
Hossam al-Arabi, Sayyed Mansy, Islam Mahmud, Ahmad Hamdy.
Sono tutti in sciopero della fame”.
In carcere si muore anche di negligenza medica. Nel solo mese di ottobre ci sono stati 51 reclami per assenza di cure e negligenza. Anche questa è una pratica illegale usata dalla dittatura per reprimere, minacciare, umiliare e uccidere le e i detenuti.
È questo quanto avvenuto qualche giorno fa a un attivista nubiano in sciopero della fame, morto per un attacco di diabete intenzionalmente non curato.
“Che cosa chiamiamo negligenza medica?
Gamal Surour, un attivista nubiano ha avuto un attacco di diabete ed è entrato in coma in carcere. I suoi compagni di cella hanno lanciato l’allarme, ma è stato trasportato all’ospedale di Aswan dopo 3 ore. Qui è morto.
Gamal Surou era il presidente dell’Unione del popolo nubiano in Francia, era tra i 12 detenuti entrati in sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione senza accuse.
Queste dodici persone fanno parte del gruppo di 24 che sono in carcere da 3 mesi. Sono stati arrestati mentre erano in un giardino pubblico e cantavano con i tamburi per protestare contro la vendita della loro terra a stranieri.
Questo è solo uno degli ultimi capitoli negli ultimi 50 anni della storia di ingiustizia e sgomberi forzati dei nubiani.
Avevano accettato il trasferimento forzato quando era nell’interesse nazionale per la costruzione di dighe. Gli avevano promesso un compenso e una terra in cambio e non hanno ricevuto niente, anche se il regime di Mubarak ha riscosso dei fondi da donatori internazionali.
Con la scusa della sensibilità strategica dei confini, dal 2014 l’attuale regime ha vietato qualsiasi forma di presenza in larga parte del territorio nubiano ad eccezione dei militari. Poco dopo, però, lo stesso regime ha messo in vendita 12 ettari delle terre nubiane, specificando che l’80% di queste andava in mano di non egiziani. Tre mesi fa un gruppo di nubiani ha fatto un presidio e ha cantato in un giardino pubblico. Il regime ne ha arrestati 24. Dopo tre mesi in prigione, 12 di loro hanno cominciato lo sciopero della fame. Oggi, uno di loro, Gamal Surour, è morto.”
Abbasso il regime dei militari!
Fuoco alle galere!