Il 18 novembre scorso un giudice di Alessandria ha ordinato la custodia cautelare della compagna Mahienour el-Masry e di un altro imputato, Moatassem Medhat, accusati di aver partecipato a una protesta pacifica del giugno 2017. I due avvocat* per i diritti umani sono stati arrestati mentre assistevano al processo. Altri tre imputati, l’avvocata Asmaa Naiem e gli attivisti Waleed al-Omari e Ziad Abu al-Fadel, che fortunatamente non erano presenti in aula sono ancora liberi. I 5 sono accusati accusati di “insulto al Presidente della Repubblica”, “teppismo”, “protesta non autorizzata”. Tutti capi d’accusa che in base alla legge anti-protesta del 2013 possono valere anni e anni di carcere. Si tratterrebbe di reati commessi il 14 giugno 2017 durante una protesta, a cui partecipavano centinaia di persone, contro la ratifica della cessione delle isole Tiran e Sanafir all’Arabia Saudita.
Evidentemente si tratta di un processo tutto politico. L’ennesima rappresaglia di Stato contro una delle compagne più attive e sempre in prima linea (specie per ciò che riguarda la difesa dei diritti delle e dei prigionieri) contro la dittatura che dal 2013 ha trasformato l’Egitto in un immenso campo di prigionia e morte.
Mahienour è stata condannata nel 2014 a due anni di carcere e 50000 lire egiziane (all’epoca 5000 euro) per aver organizzato a una protesta in ricordo di Khaled Said (giovane assassinato dalla polizia), poi ridotti a 6 mesi in appello. Nel 2015 è stata arrestata preventivamente insieme a Youssef Shaban e Loay e poi condannata a un anno e tre mesi con l’accusa di aver partecipato a una lite contro le forze dell’ordine all’interno di un commissariato. Questa volta, in attesa della sentenza prevista per il 30 dicembre, Mahienour è stata dislocata nel carcere di al-Qanater a 300 km da casa e non in quello più vicino di Damanhour.
Il 30 dicembre, tra l’altro, si terrà anche il processo che vede imputato di oltraggio al sistema giudiziario il compagno Alaa Abdel-Fattah, il quale sta già scontando 5 anni di carcere per manifestazione non autorizzata.
Per seguire la campagna di solidarietà con Mahienour, Moatassem, e le/gli altr* 3 imputat* è stata creata una pagina facebook.
Il fine settimana scorso è stato un alto periodo di forte repressione in Egitto. Oltre a Mahienour e Moatassem ci sono stati altri arresti. In particolare quello del blogger @5orm che gestisce un account di satira +18 su twitter. Islam el-Rafei è stato arrestato mentre si trovava in una riunione per disegnare un sito web, sottoposto a sparizione forzata per tre giorni, e ora accusato di appartenere a un gruppo terroristico anche se non esiste nessun rapporto ufficiale della polizia.
Negli stessi giorni la cantante Sherine Abdel Wahab è stata accusata dalla procura per aver scherzato sul Nilo. La cantante Shayma è stata arrestata e poi rilasciata per un video di una delle sue canzoni accusato di “incitazione alla dissolutezza”. Un attore è stato interrogato con l’accusa di “oltraggio alla religione”. Infine una libreria è stata chiusa dalla polizia che ha arrestato anche un giovane che vi lavorava. Inoltre continuano numerose le segnalazioni di persone che vengono fatte scomparire dalla polizia e dai servizi di sicurezza.
Infine, il giudice ha deciso di rinnovare per 15 giorni la detenzione dei 236 ultras dello Zamalek processati da tribunali militari.
Libertà per Mahienour!
Libertà per tutti e tutte! Abbasso il regime dei militari.