In Belgio, e principalmente a Bruxelles, si susseguono senza sosta i rastrellamenti, la detenzione, gli abusi e le violenze contro le persone migranti. L’assassinio di Mawda, una bambina kurda uccisa da una guardia mentre con la sua famiglia cercava di raggiungere la Gran Bretagna, la continue mobilitazioni di solidarietà e di protesta, non ha avuto finora alcun tipo effetto sull’operato del governo.
Il 25 maggio quattro persone irachene richiedenti asilo sono state arrestate davanti a uno degli sportelli della prefettura dove avevano un appuntamento e subito portati in un centro di detenzione. La notte stessa alle 6 di mattina, la polizia irrompe nelle loro celle. Dopo averli ammanettati con le braccia dietro alla schiena, i quattro sono traportati all’aeroporto di Rouen dove un jet privato affittato dalla stessa polizia li porta in Finlandia (paese dove avevano presentato richiesta d’asilo). Alla vista dell’aereo uno dei quattro cerca di resistere, oppone resistenza, urla. Dei funzionari allora “l’hanno preso per i gomiti e bendato con una maschera sul volto”. Arrivati a Helsinki, dopo uno scalo a Copenaghen, i poliziotti finlandesi li hanno presi e detenuti nel centro per migranti a Konnuso.
Episodi come questi sono all’ordine del giorno. Inoltre il 29 maggio scorso, mentre l’opinione pubblica seguiva le vicende dell’attentato a Liegi, la polizia ha messo a punto l’ennesimo rastrellamento al Parc Maximilien. Decine di persone sono state prese e portate nei centri di detenzioni per migranti.
“L’ufficio ha riempito i centinaia di posti dei nostri lager chiamati “centres fermés”. Posti che avevano liberato in occasione dei rastrellamenti annunciati alla stazione del Nord e al parc Maximilien di Bruxelles.
In seguito alla mobilitazione della piattaforma di solidarietà con le persone migranti e alla fuga sugli interventi della polizia, l’Ufficio degli Stranieri ha scelto di rastrellare i/le migranti in maniera più discreta. Diverse decine di persone (e il numero continua ad aumentare di ora in ora) sono state arrestate in queste ultime settimane e si ritrovano ora nei centres fermés. Altre sono state liberate in queste ultime settimane e si ritrovano dopo qualche ora passata in una cella e dopo aver subito delle violenze paragonabili a delle torture.
Hanno riempito i lager uno dopo l’altro: il 23 maggio è stato riempito Vottem, il 24 Merkplas e il 25 Bruges.
Agli inizi del mese, circa 70 di 85 persone rastrellate e imprigionate nei lager del paese sono state liberate, in Belgio o in altri paesi europei, dopo mesi di detenzione. Molte di queste persone hanno ripreso il loro viaggio verso la Gran Bretagna o altri paesi dell’Unione Europea. Qualcuno è stato ritrovato in Canada.
Qualcosa del genere succederà sicuramente a molte delle persone arrestate in questi giorni.
Allora è opportuno chiedersi a cosa servano questi rastrellamenti e queste detenzioni. A scoraggiare tutte e tutti i richiedenti asilo e tutte e tutti i sans-papiers, a fare aumentare le cifre delle e degli “Illegali”, a espellere, a confermare la politica de « voor een streng maar rechtvaardig migratiebeleid » (per una politica migratoria severa ma giusta), come dice Theo Francken? (Segretario di Stato all’emigrazione del partito N-VA, di ultra destra fiammingo, xenofobo, omofobo, razzista e islamofobo N.d.T.).
Nel campo per migranti 127bis, la situazione resta esplosiva, degli scioperi della fame sono cominciati all’inizio del mese di maggio e sembra continuino anche ora anche se abbiamo poche informazioni in seguito a delle forti pressioni fatte su detenutx affinché non abbiano contatti con l’esterno. Alcuni detenuti “recalcitranti” sono stati messi in prigione, altri in isolamento medico. Un uomo epilettico è in uno stato molto preoccupante.
Al centro Caricole, 5 detenuti sono invece evasi, uno di questi è stato indicato come “islamista” da Theo Francken. Tuttavia, giusto per ricordarlo, un uomo recluso per diversi mesi in un centre fermé di Vottem, sospettato di essere un terrorista, è stato finalmente liberato.
Il 10 giugno il coordinamento dei e delle sans-papiers ha convocato una manifestazione nazionale a Bruxelles: “Adesso abbiamo bisogno della regolarizzazione”!