Ieri 7/6 si è tenuta l’assemblea generale della Coordination sans papier del Belgio in vista della manifestazione nazionale di domenica 10 a Bruxelles. Si è discusso e parlato per qualche ora anche se, contro ogni aspettativa, sans papiers e solidali non erano moltx. Il che è stato letto un po’ da tuttx come l’ennesima dimostrazione dell’aria di scoraggiamento e della stanchezza che si respira in tutta la città in questi ultimi tempi. La persecuzione di cui i/le sans papiers sono vittime nelle strade, autobus, stazioni, parchi, occupazioni, persino dentro le abitazioni private dei cittadini belgi, ha raggiunto proporzioni drammatiche. L’assassinio delle bambina kurda di 2 anni, uccisa da un colpo di pistola esploso da un poliziotto mentre stava viaggiando con la sua famiglia e altre persone verso il Regno Unito è solo l’ultimo di una lunga lista di episodi criminali. A inquietare e esasperare le/i sans papiers è anche la prossima apertura di lager familiari, dove saranno internate famiglie intere con figlix minori al seguito. Si tratta dell’ennesimo assurdo progetto messo a punto da Theo Francken, il Segretario di Stato fascista xenofobo che ha fatto dell’umiliazione dei/le sans papiers una ragione di vita nonché il cavallo di battaglia del programma elettorale del suo partito (N-VA).
Dunque come uscire da questa situazione di oppressione? Come incoraggiare le altre sorelle e gli altri fratelli sans papiers a riprendere le lotte? Come far rinascere un movimento di solidarietà ancor presente ma di giorno in giorno sempre meno intenso e stanco? Come uscire da una situazione di stagnazione e tornare a diventare propositivi?
La risposta dell’assemblea a questi interrogativi è stata unanime: attraverso la mobilitazione e le lotte, nel senso più ampio e vario del termine.
C’è chi ha proposto di approfittare della campagna elettorale delle comunali di ottobre a cui seguiranno, l’anno prossimo, europee e federale per mettere la questione delle/dei sans papiers al centro delle politiche dei partiti dell’opposizione; c’è chi suggerisce di fare una piattaforma comune del coordinamento, delle occupazioni e delle associazioni solidali per intraprendere un nuovo anno di attivismo che si limiti ai soliti cortei; chi propone di trovare il modo di portare rivendicazione delle/dei sans papiers nelle piazze, strade, eventi culturali non solo a Bruxelles ma in tutte le città del paese.
Sono due i principi su cui, però, ci si è trovatx tuttx d’accordo: prima di tutto rimettere al centro di tutto la dignità delle persone che le politiche del governo vogliono totalmente azzerare (per qlcn, giustamente, il principio stesso della schiavitù). Poi, levare dall’ombra in cui sono statx relegatx da un certo buonismo gauchiste e cattolico – guarda caso condiviso anche dai partiti di destra?!? – i/le 100 mila, 150 mila sans papiers presenti sul territorio belga che non sono rifugiatx.
La manifestazione di domenica 10 dunque si presenta come un’ennesima nuova fondamentale tappa. Il programma è chiaro. I le sans papiers vogliono prima di tutto regolarizzazione e documenti “al fine di riconquistare la dignità che gli è stata levata”. “Il coordinamento”, si legge nell’appello a manifestare, “chiama tuttx i/le sans papiers nascosti nell’ombra e tuttx nostrx sostenitori/trici a allertare sulla nostra situazione e mobilizzare un gran numero di cittadinx per esigere degli impegni solenni dei partiti politici sull’integrazione dei/delle sans papiers nello stato di diritto belga. Un’integrazione che passa per:
Regolarizzazione delle/dei sans papiers
Chiusura centres fermés
Libertà di circolazione
Fine delle espulsioni
Fine della criminalizzazione dei/delle sans papiers
Rispetto dei diritti fondamentali come l’accesso alle cure mediche e all’educazione
Rispetto e applicazione dei diritti del minore.
Appuntamento, dunque, giorno 9 per creare insieme striscioni e manifesti da portare al corteo e giorno 10 alla manifestazione. Poi nuova assemblea generale per coordinare una nuova stagione di lotte!
Senza frontiere, senza galere!
Libertà per tuttx!