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Il 4 dicembre è entrata in vigore la legge n.132, attuazione del meglio conosciuto Decreto-Legge Salvini (D.L.113/2018), prodotto finale dell’intesa governativa tra Lega e M5S sul tema della sicurezza.
Con questo opuscolo “Note sul decreto. Parte “immigrazione”. Conoscere il nemico per contrastarlo” abbiamo pensato di approfondire soprattutto la questione migratoria, che ormai da anni nell’immaginario comune, costruito ad arte da tecnici, politici e media, è strettamente connessa alla questione sicurezza. Proprio perché il fenomeno migratorio è stato securitarizzato, gli strumenti, le pratiche e i metodi per gestirla e amministrarla provengono direttamente dall’armamentario repressivo e militare. Il contenimento, la deterrenza, la selezione, la messa a valore appartengono di fatto ad un linguaggio bellicoamministrativo.
Abbiamo voluto, però, fare un’analisi che non si arenasse nella levata di scudi che testate rosse e bianche del giornalismo nostrano, voci della sinistra legate ad ambienti parlamentari, associativi e movimentisti hanno iniziato da tempo contro decreto e governo, rimodellando a loro piacere la realtà dei fatti e contrapponendo al modello salviniano il modello dell’integrazione. Continuando a guardare con sdegno al sistema di controllo, contenimento e messa a valore della popolazione migrante in quanto tale, cercheremo, quindi, di avere uno sguardo esterno sulla questione senza cadere nelle facili trappole della retorica umanitarista e paternalista.
Pur nell’impossibilità di fare oggi previsioni su come alcuni dispositivi verranno concretamente attuati, ci sembra che il decreto Salvini esprima a chiare lettere l’attuale clima di una vera e propria guerra contro nemici ben individuati, mettendo in dotazione al potere tutti gli strumenti per un’estesa deriva poliziesca e un’aumentata possibilità di detenzione, rese legittime nero su bianco.
Il presente testo nasce da una nostra esigenza di restare vigili sui cambiamenti in atto e farci un po’ di chiarezza, senza pretese di esaustività. Lo condividiamo nella speranza che questi appunti possano risultare una base utile da cui sviluppare riflessioni, discussioni e confronti.
Nemici e nemiche delle frontiere