Nei CPR intorno ai quali non è attiva una presenza solidale di compagnx, si riesce ormai a sapere delle continue resistenze e rivolte solo incidentalmente, attraverso qualche articolo di stampa che riporta la propaganda razzista contro l’insubordinazione dei reclusi. È il caso del CPR di Pian del Lago a Caltanissetta, riaperto in gran silenzio nel mese di dicembre, già teatro di un tentativo di evasione collettiva il 28 dicembre.
Mercoledì 23 gennaio sarebbe avvenuta una rivolta dei detenuti (in gran parte tunisini) contro le deportazioni. Nelle poche immagini diffuse si vedono danneggiamenti alla struttura, e nelle dichiarazione di un deputato leghista in visita, due giorni dopo, nel centro, si parla di un duro intervento repressivo, di forti scontri con lancio di pietre contro le forze dell’ordine che lamentano tre feriti, di cui uno con un braccio fratturato. Sempre secondo la stessa fonte nel lager di stato dal 1° gennaio sono transitate 159 persone e di queste ben 90 sono state deportate.
Non sappiamo con certezza (ma è molto probabile), se tra queste ci sono i 30 tunisini, sbarcati autonomamente a Lampedusa nei giorni precedenti, reclusi nell’hotspot, e trasferiti in Sicilia a Porto Empedocle il 22 gennaio. Secondo i dati del ministero degli Interni il 25 gennaio, per la prima volta nel 2019 sono più numerose le deportazioni, i respingimenti e gli “accompagnamenti” alla frontiera (636, di cui 221 rimpatriati con accompagnamento alla frontiera) che le persone sbarcate in Italia (155).