Sabato scorso, nel corso del Pride parigino, il gruppo “Froce contro le deportazioni” ha deciso di rivolgersi all’associazione dei/delle dipendenti d’ Air France, Personn’ailes. Poco dopo la partenza del corteo, il carro dell’associazione è stato obbligato a fermarsi da 200 persone. Scopo dell’azione era quello di chiedere la fine delle deportazioni e una presa di posizione pubblica contro la politica delle deportazioni di Air France. Allo stesso tempo si voleva denunciare la presenza al Pride di un’associazione a promuovere l’immagine di una compagnia aerea che dietro le bandiere arcobaleno nasconde lo sporco lavoro delle deportazioni di Stato.
Qui di seguito il comunicato dell’azione diffuso da Froce contro le deportazioni:
“Non c’è nessun orgoglio nelle deportazioni!
Ogni giorno, lo Stato francese deporta con la forza coloro che non hanno i giusti documenti o il giusto visa. Deportare vuol dire mandare a morire e noi, Froce contro le deportazioni, ci opponiamo.
Permettendo al Ministero degli Interni di riservare direttamente dei posti nei suoi aerei, Air France partecipa direttamente alla deportazione delle persone migranti verso la morte. Air France ottiene un gustoso guadagno sul loro omicidio e ricompensa alla stessa maniera gli agenti della polizia di frontiera, offrendogli delle “miglia” e altri vantaggi commerciali.
Noi rifiutiamo che alla Marcia dell’Orgoglio sia presente un’impresa che ottiene dei soldi da parte dello Stato per deportare. Il Pride è un momento di celebrazione e di lotta, noi non possiamo accettare che una imprese che collabora alla messa a morte delle persone in esilio possa farsi un’immagine “progressista” avvolgendosi con una bandiera arcobaleno.
Personn’ailes (Associazione LGBT e Gay friendly Air France N.d.T.), è sulla vostra esistenza in quanto persone LGBT che Air France si basa per fare una comunicazione a basso prezzo e poter continuare tranquillamente a deportare, comprese delle altre persone LGBT.
Noi, Froce contro le deportazioni, agiamo in solidarietà con le lotte delle e dei sans-papiers. Contro il razzismo di stato, quello che detiene dentro i centri di detenzione (CRA) e nelle prigioni, che sfrutta il lavoro di coloro che costruiscono e puliscono gli aeroporti in cui sono controllatx o arrestatx.
Non esiste alcuna “deportazione dolce”, tutte portano alla morte, tutte vanno contro la libertà di circolazione e di istallazione delle persone. Personn’Ailes, qual è l’orgoglio di partecipare alle espulsioni? Quale orgoglio a deportare? Personn’Ailes rifiuta il pink washing, rifiutate di essere un mezzo del razzismo di Stato, rifiutate le deportazioni!”
In una nota pubblicata il giorno seguente la compagnia ha tenuto a specificare che: “non sta a Air France rimettere in causa le decisioni della giustizia, né le misure prese per effettuare i rimpatri”. “Il trasporto non può essere rifiutato”.
Non è assolutamente vero! Deportare le persone è una scelta politica ed economica.
Qualche mese fa centinaia di Gilets Noirs hanno occupato l’aeroporto di Charles de Gaulle per denunciare la fine della collaborazione di Air France con lo Stato francese.
In Belgio solidali e sans-papiers hanno lanciato una campagna contro Brussels Airlines per le stesse ragioni.
#Stopdeportations
Libertà di circolazione per tutti e tutte!