Ieri mattina il regime egiziano ha prelevato Alaa Abd el-Fattah dal commissariato di al-Dokki dove si trovava dal mese di marzo sotto la misura cautelare di semilibertà per poi arrestarlo. Sono passati sei mesi da quando Alaa ha lasciato il carcere dove aveva scontato 5 anni di detenzione e stava scontando altri 5 anni in regime di semilibertà: questa misura prevede che la persona colpita debba stare 12 ore, dalle 6 di pomeriggio alle 6 di mattina, in una cella del commissariato di residenza. Sono moltissime le persone a cui viene applicata questa misura cautelare. Nel 2013, Alaa è stato accusato di aver organizzato e aver preso parte a un presidio davanti Maglis al-Shura,contro i processi militari sui civili. La prima volta in cui è stata applicata la legge anti-protesta, effettivamente varata nello stesso giorno e che di fatto ha spedito in carcere decine di migliaia di persone in questi anni.
Ieri mattina delle guardie della Sicurezza di Stato hanno prelevato Alaa da dentro la stazione di polizia e lo hanno portato in procura per l’interrogatorio.
Ma la ferocia del regime in Egitto non ha limiti. Così, durante l’interrogatorio di Alaa è stato arrestato anche il suo amico e avvocato che lo stava assistendo, Muhammad al-Baqr. Ora i due scontano una pena di 15 giorni di carcere amministrativo accusati di due reati generici che hanno portato dentro migliaia di persone dal 2013, fino alle ultime proteste dal 20 settembre: diffussione di false notizie e appartenenza a gruppi terroristici. Intanto ai familiari è stato impedito di formalizzare l’atto di arresto, il che avrebbe potuto provocare una denuncia per il mancato rispetto del regime di semilibertà. I familiari degli arrestati sono stati pertanto obbligati a spedire alla stessa procura un telegramma certificato.
L’arresto di Alaa e di Muhammad segue una brutale repressione senza precedenti che ha coinvolto persone comuni, minori, donne, personaggi politici, avvocatx, giornalistx, accademici, da quando al-Sisi ha preso il potere. Mentre il dittatore parlava alle Nazioni Unite, migliaia di persone venivano arrestate,buttate nelle carceri del regime, almeno una settantina di persone sono tuttora sottoposte a sparizione forzata. Più di 2200 persone in poco più di una settimana e i numeri crescono di giorno in giorno. Molti di loro sono minori, tante le donne, tra cui anche la compagna Mahienour al-Masry sequestrata di fronte alla procura dei servizi mentre assistiva un altro avvocato di Alessandria in carcere preventivo. Ora Mahienour si trova nel carcere di al-Qanater insieme alle decine di donne arrestate in questi giorni.
Libertà per tutte le compagne e compagni.
Libertà per tutte e tutti dalle carceri del regime.