fonte: Passamontagna
La settimana scorsa, un compagno italiano mentre lavorava in vendemmia in Francia si è trovato gli sbirri tra le vigne. Due gendarmi e due in borghese l’hanno prelevato per fargli delle domande e notificargli una denuncia per manifestazione non autorizzata e resistenza. I fatti risalgono al 22 settembre 2018, nel comune di Monginevro (Francia).
Di fatto è stata una GAV (un fermo) durato 4-5 ore, dove l’amico è stato interrogato sulla presunta organizzazione della giornata e sui partecipanti.
Il compagno non ha risposto a nessuna domanda ed è stato rilasciato dopo qualche ora perché senza abbastanza elementi per detenerlo. L’unica cosa che avevano su di lui era qualche foto nel corteo a viso scoperto per i sentieri del Monginevro.
SULLA COLLABORAZIONE TRA POLIZIE
Già da questa estate la collaborazione tra la polizia italiana e quella francese per la repressione della lotta in frontiera ha avuto degli sviluppi. La polizia italiana va a prendersi le persone respinte perché “senza documenti” direttamente nella caserma della PAF francese, cosa mai successa prima.
E, con questo fermo, si confermano le non nuove amicizie tra le guardie. Pare che le foto del compagno fermato le abbia direttamente passate la Digos alla polizia francese. Così come alcuni nominativi.
Poco altro da dire. È abbastanza probabile che questo fermo sia parte di un indagine più grande su quella giornata.
RICORDIAMO A TUTTI CHE:
In stato di fermo (Garde a vue)
– Qualsiasi cosa che dici può essere usata contro di te e soprattutto contro gli altri. Avvalersi della facoltà di non rispondere (che è un tuo diritto ) è spesso l’idea migliore.
Qualsiasi foglio ti presentano, puoi anche rifiutare di firmarlo.
– Spesso durante il fermo viene chiesto fotosegnalamento e impronte. Vi è la facoltà di opporvisi anche se costituisce reato. In Francia non le prendono con la forza come in Italia.
– È tuo diritto chiamare un avvocato (soprattutto in caso di arresto)
Oggi a Grenoble si e‘ tenuto il processo a Keke e il 24 ottobre si terra’ quello di Pierre, entrambi accusati di “aide a la rentree de clandestins” (favoreggiamento all’immigrazione clandestina) perché fermati con a bordo persone “senza documenti”tra Claviere e Briancon.
Un altro processo meramente “politico” che cerca di abbattere la solidarietà attiva del brianconnese.