Le code di ore, la notte in fila, il freddo, la pioggia e l’estenuante attesa dinanzi all’Ufficio Immigrazione di Corso Verona a Torino non sono un’emergenza improvvisa, non sono solo causate da mancanza di spazi per gli uffici o di personale. Sono – piuttosto – uno dei tanti strumenti che lo Stato si dà per logorare corpi e menti delle persone immigrate, costrette a sottrarre interminabili ore e giornate alle proprie vite per stare in coda ad uno sportello. Tutto per ottenere e mantenere quel pezzo di carta che determina il loro diritto a vivere in questo paese.
Rendere umiliante e sofferente un momento burocratico (reso) necessario a non cadere nel baratro dell’irregolarità è una ben chiara scelta istituzionale, che rende le persone immigrate più ricattabili e sfruttabili.
In risposta alla recente visibilizzazione della situazione, i due gazebo della Protezione Civile e il presidio inutile della Croce Rossa non solo non risolvono niente, ma sono un’insulto inaccettabile. Le persone immigrate in questo paese vivono sotto costante scacco: dei padroni che sfruttano, delle leggi migratorie che si inaspriscono di anno in anno; delle istituzioni che ne controllano le vite e la libertà, e di tutto il mondo del terzo settore che lucra sulla loro fragilità.
In questa città da un lato c’è l’ufficio immigrazione che lascia la gente fuori al freddo notte e giorno in attesa di un appuntamento. Dall’altro c’è un lager per persone senza documenti – il CPR di Corso Brunelleschi – che sta per riaprire. Nelle strade dei quartieri, militari polizia e zone rosse per controllare e disciplinare ogni dissenso.
Eppure l’indifferenza rispetto alla terribile realtà di segregazione razziale che viviamo è spaventosa. A due passi dall’Ufficio Immigrazione di Corso Verona – all’interno di Borgo Rossini -si consuma la spensierata movida notturna. Pochi isolati separano chi passa la notte al freddo in coda da chi beve un aperitivo in un quartiere sempre più caro e gentrificato.
Non restiamo in silenzio, rompiamo questa dinamica fondata sulle linee di oppressione di razza e accesso alla cittadinanza.
Attraversiamo il quartiere in modo rumoroso, contro i mille volti del razzismo!
Non lasciamo nessunx indietro!