Dalle dichiarazioni del governo locale, che condanna le proteste avvenute nella giornata di ieri chiedendo un intervento repressivo da parte della prefettura, veniamo a sapere quanto accaduto nelle strade di Guidonia in seguito al rigetto delle domande d’asilo per 30 migranti africani.
Riportiamo quindi uno stralcio di un giornale online che si occupa di cronaca locale:
“Status di rifugiati politici negato: proteste e cassonetti in fiamme a Guidonia
La protesta da parte di una trentina di ospiti del centro d’accoglienza istituito al Fabio Hotel di via Colleferro. Non si escludono nuove proteste nei prossimi giorni
Scene di rivolta a Guidonia dove una trentina di cittadini nigeriani ospiti presso il Centro d’accoglienza istituito in un hotel hanno messo a ferro e fuoco via Colleferro per oltre due ore. La protesta è scoppiata poco dopo le 14,30 di ieri 10 marzo, dopo il diniego da parte della Questura nei confronti di 30 cittadini della Nigeria per lo status di rifugiati politici.
CASSONETTI IN FIAMME – Ascoltato il diniego gli ospiti del centro d’accoglienza, istituito presso il Fabio Hotel, non hanno perso tempo, ed una volta tornati a Guidonia hanno ‘acceso’ la protesta. Presi i cassonetti in plastica posti di fronte alla struttura ricettiva di via Colleferro, li hanno posizionati al centro della strada e poi li hanno dati alle fiamme.
DUE ORE DI PROTESTA – Allertate le forze dell’ordine sul posto sono giunti gli agenti della Polizia Municipale, quelli del Commissariato di Tivoli e i carabinieri della Tenenza di Guidonia, coordinati dal tenente Salvatore Ferraro. Chiusa la strada, la rivolta si è protratta per circa due ore con il fumo acre dei cassonetti ad invadere via Colleferro, nel frattempo chiusa al transito veicolare in entrambe le direzioni.
[…]
NUOVE PROTESTE – Le proteste si potrebbero ripetere nei prossimi giorni. Gli ospiti del Fabio Hotel, con la gestione in questo caso dell’Associazione Domus Caritatis, sono in totale 74, molti dei quali dovranno ottenere nei prossimi giorni risposta rispetto alla richiesta di status di rifugiati politici, e non si esclude, in caso di nuovo diniego nei confronti di alcuni, che possa scoppiare una nuova protesta.”
Da parte nostra esprimiamo massima solidarietà ai ribelli, rimanendo attenti alle prossime giornate di lotta.