Turchia – Rivolta e fuga dal centro di detenzione e deportazione a Istanbul

Aggiornamento del 21 novembre.
Le persone evase dal centro di detenzione risultano essere 123, per la maggior parte di origine afgana e pachistana, tra queste, 20 sono state in seguito catturate dalla polizia durante le ricerche nel quartiere. Il blog turco “Migrant Solidarity Network” ha pubblicato un resoconto sulla rivolta dei migranti, che è possibile leggere in inglese qui.

t1Oggi 19 novembre intorno alle 11 del mattino una rivolta è scoppiata nel “centro di rimozione” (in pratica un centro di detenzione ed espulsione) per migranti che si trova nel quartiere Kumkapi di Istanbul. I reclusi in attesa di espulsione si sono ribellati alle condizioni di vita nella struttura e alla prossima deportazione e hanno dato fuoco a materassi e coperte. Il fuoco si è diffuso velocemente nelle celle e nella confusione che si è creata, con l’intervento dei vigili del fuoco, almeno 50 persone sono riuscite ad aprire il cancello esterno della struttura e darsi alla fuga, mentre i pochi poliziotti di guardia hanno aperto il fuoco con le pistole per intimidire i fuggitivi. L’incendio è in seguito stato spento dai pompieri, finora un solo recluso è stato ripreso e almeno tre persone sono state condotte in ospedale.

t4In Turchia fino al marzo dello scorso anno erano attivi 15 “centri di rimozione” per complessivi 2980 posti. Da allora il governo ha finanziato e previsto la costruzione di ulteriori 12 centri per altri 3920 posti. Con l’accordo firmato nel novembre 2015 e reso operativo quest’anno tra l’Unione Europea e la Turchia, e in previsione dell’urgenza di aumentare i luoghi di detenzione amministrativa alla luce di questo accordo politico, il governo turco si è impegnato a investire ulteriormente in centri di detenzione per migranti.

euIn particolare, sembra che le due parti abbiano convenuto sul rimodulare 5 dei 6 “Centri di accoglienza e alloggio”, recentemente costruiti con il sostegno finanziario dell’UE, in modo da riutilizzarli invece come centri di espulsione. Queste 5 nuove strutture, per 3750 posti, ad aprile erano in fase di ristrutturazione al fine di diventare strutture chiuse in contrasto con i disegni originali che le prevedevano aperte, e sono già diventate operative.

ErzurumCi sono scarse informazioni su ciò che succede nei centri di detenzione in Turchia, la situazione è peggiorata dopo la recente ondata repressiva e l’attività dei solidali è fortemente limitata. Il 4 dicembre del 2015 una rivolta e un incendio (video) erano avvenute nello stesso centro di Kumkapi a Istanbul. Il 28 dicembre 2015 una rivolta era scoppiata nel centro di detenzione a Erzurum. L’intervento della polizia antisommossa era stato durissimo: tre giorni dopo le autorità comunicavano la morte “per suicidio” di un richiedente asilo del Rojava di 20 anni, Dilo Dervis, morte che gli avvocati di una organizzazione per i diritti umani considerano sospetta e collegano invece alla rivolta.

Video della rivolta di oggi:

https://www.youtube.com/watch?v=NuAqde0OHQk

 

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