Dall’instaurazione del regime dei militari e soprattutto dalla nomina del nuovo ministro degli interni Abdel Ghaffar, a sicurezza nazionale e servizi segreti, anche con l’aiuto di tecnologie sofisticate prodotte da società europee e italiane, sono centinaia le persone che sono sparite in Egitto. Molte di loro vengono prelevate, torturate e seviziate in luoghi sconosciuti prima di ricomparire, dopo giorni e giorni, accusate di crimini pesanti. Di altre, invece, non si ha più traccia. Di altre ancora si ritrovano i cadaveri. Come nel caso dello studente Atitu o di Giulio Regeni.
Naturalmente queste sono notizie che non fanno notizia tra i media occidentali, Europa e Italia in primis, i cui governi sostengono con ingenti capitali il regime, in cambio del controllo militarizzato dei flussi migratori e di una inutile quanto sanguinosa guerra nel Sinai.
Qui di seguito riportiamo la traduzione di un post su uno dei tanti casi di desaparecidos.
Muhammad Sadiq è un avvocato di quei pochi che hanno deciso di occuparsi completamente dei prigionieri della prigione al-Aqrab, cercando le tracce dei desaparecidos e collaborando con le famiglie durante le investigazioni della sicurezza nazionale quando compaiono i ragazzi rapiti dalla stessa sicurezza nazionale.
Il 30 agosto passato, Muhammad Sadiq e suo zio sono stati arrestati nei pressi della stazione di Giza. Dopo qualche ora hanno rilasciato lo zio, ma Muhammad Sadiq è sparito completamente. La stessa notte hanno fatto irruzione nel suo ufficio e hanno preso gli incartamenti e le pratiche dei processi a cui stava lavorando.
Durante i 3 mesi passati, sua moglie e i colleghi avvocati hanno fatto tutto il fattibile: hanno sporto denuncia, hanno aperto un processo presso la corte amministrativa per chiedere che il ministero degli interni sia obbligato a rivelare dove si trova. Questo è stato fatto con l’intervento e il monitoraggio del consiglio del sindacato degli avvocati. Nonostante tutto questo non c’è nulla di sicuro e nessuna traccia di Muhammad Sadiq.
Fino a qualche giorno fa, il 27 novembre 2016. Muhammad Sadiq viene portato di fronte alla procura dei servizi di sicurezza senza avvocati e senza avvisare la famiglia. È accusato di aver partecipato alla progettazione dell’uccisione del procuratore generale Zakarya Abdel Aziz. Un crimine che, però, è accaduto il 30 settembre cioè dopo la scomparsa di Muhammad Sadiq di un mese. Ciononostante Muhammad è stato messo dentro in custodia cautelare per 15 giorni.
Dobbiamo far qualcosa!
Tutti i giorni c’è una notizia di persone che spariscono e vengono portate nelle stazioni della sicurezza di stato – o servizi segreti – le più fortunate di loro dopo settimane o mesi ricompaiono accusate di crimini terrificanti. Delle persone meno fortunate non si hanno tracce chissà fino a quando.
Basta sparizione forzate
Lotta ai crimini dei Servizi di sicurezza
Libertà per Muhammad Sadiq