Bologna – 20/6 – Presidio contro CEFA complice dei lager in Libia

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CEFA COMPLICE DEI LAGER LIBICI

Dal gennaio 2018 la storica ONG bolognese CEFA è in prima linea nella gestione dei flussi migratori e della manodopera ricattabile e a basso costo in rotta per l’Europa.
Attualmente CEFA partecipa alla conduzione di almeno due campi di detenzione libici, Janzour e Zwara, sulla costa tripolitana. Prima emergenza, distribuzione di acqua, igiene, salute, protezione, questi i compiti che l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), assegna alle organizzazioni vincitrici (CEFA, CIR, Fond. Albero della Vita, Croce Rossa Italiana) del bando da circa un milione di euro.

I campi di detenzione libici per migranti sono veri e propri lager dove centinaia di migliaia di uomini e donne sono reclusi e torturati, dove si rischia la vita ogni giorno per inedia, malattie e violenze da parte di chi li gestisce. Di fronte alle storie terribili che arrivano da questi lager l’Europa ha deciso di ripulirne la faccia, piazzando al loro interno dei “presidi umanitari” che ne certifichino la conformità ai tanto decantati diritti umani. Quanto questa operazione sia di pura facciata ci è dimostrato dai fatti del 15 maggio presso il campo di Gharyan, anch’esso presente nel bando dell’AICS e dove altre solerti ONG europee (tra cui anche la bolognese GVC) vigilano sui diritti dei detenuti: l’esercito spara su un gruppo di reclusi in fuga, il bilancio è di 8 morti e 20 feriti.

In Libia esistono ufficialmente almeno 33 campi di detenzione per migranti, gestiti da soggetti diversi: esercito, polizia, milizie e trafficanti con cui il governo libico e i governi europei hanno siglato accordi. Il loro scopo è quello di intercettare i migranti, ridurne e controllare il flusso, affinché in Europa giungano persone già schedate e che, dopo aver subito l’indicibile lungo il percorso migratorio, siano ben liete di accettare ogni condizione e ricatto pur di rimanere. In tutto questo organizzazioni come CEFA hanno un ruolo di copertura, dando credibilità etica a dei veri e propri lager.

Si aggiunga poi che la Libia, con i suoi idrocarburi tanto bramati da ENI, è una regione che, per essere sfruttabile e saccheggiabile al massimo livello, va pacificata. Controllare le migliaia di persone che la attraversano e regolarne in maniera ordinata gli spostamenti è un necessario passaggio per normalizzare la regione.
CEFA è una delle tante ONG che ha deciso di offrire copertura umanitaria agli interessi dello Stato italiano e dei padroni. Grazie a CEFA strutture abominevoli come i lager libici potranno continuare a esistere, schedando e rendendo ricattabili centinaia di migliaia di persone che migrano verso l’Europa. I lager libici non vanno conformati ai diritti umani (sempre che questo sia realmente possibile), ma vanno distrutti!

CEFA OFFRE COPERTURA UMANITARIA AI LAGER LIBICI!
CEFA IN LIBIA C’È E CE FA SCHIFO!

Bologna, giugno 2018.
Nemici/che di ogni frontiera

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