fonte: NO CIE modena
Caleidos sfrutta i migranti, le banche investono nei lager
Nell’ estate 2013 le continue rivolte dei migranti reclusi resero inagibile il CIE di Modena che da allora è rimasto chiuso.
Sulle orme del decreto del ministro Minniti, l’attuale governo lega/5 stelle vuole riaprirlo con il nome di CPR, centro di permanenza per i rimpatri.
Ciò vuol dire che decine di donne e uomini verranno rinchiusi per il solo crimine di non avere i documenti.
Pezzi di carta concessi da uno Stato che esporta guerre e sfruttamento nei paesi da cui provengono queste persone e si arroga il diritto di scegliere chi può farsi una vita altrove e chi no.
Come se questo non bastasse quattro banche speculeranno sulla loro detenzione. L’edificio dell’ex CIE di Modena è infatti di proprietà della finanziaria Alba Leasing, che fra i suoi soci annovera le banche BPER, BPM, Credito Valtellinese e Banca di Sondrio.
I probabili futuri reclusi nel CPR saranno coloro che oggi vengono buttati in mezzo alla strada dal sistema della seconda accoglienza, su cui la cooperativa Caleidos lucra a Modena. Caleidos da anni promuove il lavoro a costo zero per i rifugiati da lei gestiti, ricatta attraverso i suoi progetti di inserimento sociale chi non è disposto ad accettare la condizione di sfruttamento, cerca di imbrogliare sugli stessi diritti che i profughi avrebbero secondo il progetto di accoglienza (pocket money e food money) e tenta di spezzare la solidarietà tra migranti sfrattando chi nelle fredde notti d’autunno ospita compagni di sventure che altrimenti dormirebbero per le strade.
Vogliamo rompere il silenzio che pesa su tutto questo, non permettiamo che lo sfruttamento delle persone continui indisturbato.
Sabato 24 Novembre alle 15:30 presidio a Modena contro i CPR e contro chi lucra sulla pelle dei poveri (a breve info sul luogo preciso).
Nemici e nemiche delle frontiere