Succede che se un dispositivo di controllo funziona, lo ritroviamo ovunque quando non viene osteggiato.
Succede che se una popolazione colpita da una grave calamità naturale viene infantilizzata per specularci sopra, nell’invisibilità potrebbe avvenire ovunque.
Succede che se centinaia di militari vengono impiegati su territorio per controllare una popolazione costretta a vivere in “campi per terremotati”, quando delle persone sono costrette in “campi d’internamento etnici” quei militari arrivano anche lì.
Succede che questi plotoni di militari li ritroviamo nei nostri territori a garantire la “sicurezza” davanti a proclamati “stati d’emergenza”; gli stessi militari che vengono addestrati per torturare, stuprare e schiacciare popolazioni in giro per il mondo, quando la guerra è interna, accade ovviamente che rivolgano le stesse brutalità contro i/le “compatriot*”.
Siamo a Mineo, in provincia di Catania, e lo Stato, davanti l’incontenibile rabbia delle persone migranti richiedenti asilo intrappolate in un limbo giuridico e destinate al campo d’internamento chiamato Cara, schiera le sue forze militari dell’operazione “Strade Sicure”, la stessa inaugurata da La Russa per contenere la popolazione de L’Aquila post terremoto.
“Cinquanta unità dell’esercito a presidio del territorio di Mineo […] La misura era stata disposta alla fine di dicembre, nel momento di maggiore emergenza, ed è diventata operativa negli scorsi giorni. I militari sono già giunti nel centro menenino e il loro primo impiego è avvenuto nel corso delle proteste dello scorso giovedì. «Alcuni dei migranti volevano uscire in strada, ma glielo hanno impedito»”
Il Cara di Mineo è l’unico centro dato in gestione senza la gara d’appalto al ribasso (su base d’asta a meno di 30 euro) come invece gli altri gestiti dal Viminale; questo grazie allo stato di emergenza prorogato nel 2012, nonostante il numero di arrivi di migranti dal mare l’anno scorso sia stato più basso rispetto all’anno precedente. Gli ultimi appalti sono andati a un Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) in cui cooperative della Legacoop si trovano in affari con imprese legate a Comunione e Liberazione. La gestione è stata confermata anche ora che il soggetto attuatore è diventato il consorzio dei comuni “Calatino Terra di Accoglienza”.
Il raggruppamento è guidato da Sisifo, aderente a Legacoop, e ne fanno parte il Consorzio Sol Calatino, Senis Hospes e la Cascina Global Service, potenza economica vicina ai ciellini, la Croce Rossa, il consorzio Casa della Solidarietà e la Pizzarotti spa.
Chi sono questi soggetti incaricati dallo Stato della gestione del Cara di Mineo?
Ad esempio la Pizzarotti spa è incaricata per conto dello Stato israeliano della costruzione dell’Alta Velocità Tel Aviv – Gerusalemme, sulle terre palestinesi occupate militarmente.
La Croce Rossa, corpo militare dello Stato italiano, gestisce i campi d’internamento etnici per migranti in attesa di deportazione coatta, protagonista di ripetuti e comprovati atti di violenza nei confronti dei/delle reclus*.
La Legacoop conserva il suo incarico nel resto d’Italia, nonostante sia stata recentemente destituita dalla gestione del centro di Lampedusa in seguito allo scandalo dei video in cui apparivano migranti nud* in fila per la disinfettazione forzata.
Queste organizzazioni, attraverso i ruoli di gestione e controllo che vengono loro affidati, costituiscono dei nuclei di potere non sempre ufficiale, che seguendo la logica del business ed utilizzando una retorica umanitaria, determinano le vite degli individui e delle comunità.
Quando il controllo diventa impossibile, grazie alla ribellione e alle rivolte dei soggetti controllati, davanti l’ingovernabilità dei territori, lo Stato non esita ad occuparli militarmente.
Ieri a L’Aquila, oggi a Mineo, “Strade Sicure” è repressione.