Circa 35 richiedenti asilo sono scappati ieri dal centro di detenzione a Manus, ma sono stati rapidamente ripresi dalla polizia privata a guardia del centro. Nove sono stati arrestati e 26 sono stati sottoposti a cure mediche.
La fuga e i disordini dentro il campo – i recinti interni sono stati abbattuti, i pannelli di vetro di sicurezza sono stati rotti, i letti a castello sono stati fatti a pezzi ed usati come bastoni, secondo un avvocato che assiste i richiedenti asilo sarebbero state bruciate alcune tende – sono avvenuti in seguito alla comunicazione del fatto che i richiedenti asilo avranno come unica opzione di reinsediamento Papua Nuova Guinea e non saranno contemplati paesi terzi.
Manus Island in Papua Nuova Guinea ospita un centro di detenzione con 1.300 richiedenti asilo; i reclusi vengono portati qui quando vengono scoperti nel tentativo di enttrare senza documenti in Australia. Molti di coloro che cercano di raggiungere l’Australia fuggono da zone di guerra e dai conflitti in Afghanistan, Darfur, Pakistan, Somalia e Siria. Le condizioni del campo sono state oggetto di dure critiche sia da parte delle agenzie delle Nazioni Unite sia da gruppi per la difesa dei diritti umani.
“Se non si vuole essere rinchiusi in un centro di detenzione per immigrati, non bisogna venire illegalmente in Australia”, ha detto il primo ministro australinao Tony Abbott.
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