Nuovo assalto stamattina alla frontiera che separa il marocco dall’enclave spagnola di Melilla.
Circa un migliaio di migranti di origine sub-sahariana divisi in 2 gruppi hanno provato a superare le recinzioni nelle zone di Villa Pilar e Beni Enzar.
Secondo quanto riportato dalla stampa una ventina di loro sarebbero riusciti ad entrare; alcuni sono stati ricoverati in ospedale mentre gli altri sono stati accompagnati al CETI, nel quale ad oggi sono presenti circa 1800 migranti a fronte di una capacità complessiva di 480 posti
Impressionante il dispositivo di sicurezza dispiegato: quattro squadre Rapid Intervention Module (MIR) il Grupo de Reserva y Seguridad (GRS) della Guardia Civil, ciascuno composto da una ventina di agenti, e tre gruppi di Unità di Intervento di polizia (PIU), per un totale di 150 persone. Inoltre di rinforzo ad entrambi gli organi ci sono 230 agenti antisommossa, oltre ai poliziotti in servizio nel Comando di Melilla, capo della polizia Superiore e un elicottero, che ha volato questa mattina sopra la recinzione.
Anche ieri mattina c’è stato un tentativo di penetrare in territorio spagnolo da parte di circa 1000 migranti, respinto dalle forze di sicurezza.
Per contrastare l’enorme pressione dei migranti la Spagna ha da poco raddopiato il numero di agenti della guardia civile e si appresta ad installare 3 nuove torri di guardia e le telecamere termiche mentre il Marocco ha cominciato i lavori per la costruzione di una propria rete di protezione alla frontiera con Melilla, che corre a una trentina di metri di distanza dalla doppia barriera metallica, alta sei metri, installata dal lato spagnolo.
La solita risposta al fenomeno delle migrazioni: militarizzazione del territorio e muri di separazione.