Come riporta il sito del Ministero dell’Interno, in data 2 dicembre è stata diramata una circolare che stabilisce l’attuazione del regolamento unico sui “Criteri per l’organizzazione e la gestione dei centri di identificazione ed espulsione”.
La circolare, diretta alle prefetture delle province nel cui territorio si trovano Cie, è stata spedita a Bari, Bologna, Brindisi, Caltanissetta, Crotone, Gorizia, Milano, Roma, Torino e Trapani. E’ quindi possibile ipotizzare che, anche nelle città dove i centri hanno riaperto con denominazione CARA, l’intenzione del governo sia quella di riportarli alla funzione di Centri di Identificazione ed Espulsione.
Secondo associazioni, politici ed organizzazioni umanitarie, il fatto che al regolamento unico sia allegata una “Carta dei diritti e dei doveri dello straniero nel CIE”, da consegnare obbligatoriamente ad ogni persona internata, avrebbe particolare rilevanza in quanto sintomo del rispetto dei diritti umani nei Cie.
Se credessimo ad un cambiamento di rotta, senza guardare al sistema di sfruttamento ed alle deportazioni coatte, sarebbe facile cogliere l’occasione per elencare migliaia di abusi, violenze e sevizie in quasi 20 anni dalla costruzione di questi Lager moderni.
Segnaliamo invece il link dove potete trovare questa ennesima opera di normalizzazione dei campi d’internamento per migranti chiamati Cie, in un momento di cambiamento dei tempi di prigionia e di enti gestori.
I Lager non si possono riformare, solidarietà alle persone che in questi anni hanno lottato per distruggerli e liberarsi.