fonti: AntiRaids Network – Rabble – detained voices
In Uk sono giornate di lotta dentro e fuori i centri di detenzione per immigrati. Sono i reclusi e le recluse di almeno 6 prigioni ad aver scelto di ribellarsi contro l’internamento brutale e le deportazioni forzate.
Scioperi della fame di massa, rifiuto collettivo di rientrare nelle celle, scegliendo invece di rimanere tutti/e insieme in cortile e resistenza alle deportazioni forzate: queste sono le modalità con le quali i prigionieri stanno lottando contro le condizioni in cui sono costretti a vivere nella costante minaccia della deportazione e delle rappresaglie delle guardie che controllano i centri. (qui le rivendicazioni dei detenuti)
Alcune manifestazioni all’esterno delle mura, stanno permettendo un contatto continuo tra solidali e prigionieri, i quali restituiscono aggiornamenti sulla situazione all’interno dei centri.
Lo sciopero della fame e le proteste, partite dal centro di detenzione per donne migranti di Yarl’s Wood (Bedfordshire), si sono allargate a macchia d’olio ad almeno altri 5 centri: Harmondsworth, Colnbrook (entrambi nel complesso aeroportuale di Heathrow), Tinsley House, Brook House (entrambi nel complesso aeroportuale di Gatwick) e Moreton Hall (Nottinghamshire).
Grazie allo scambio tra solidali e prigionieri, si è diffusa la notizia di deportazioni massicce dai due areoporti, dirette in Afghanistan, Pakistan e Albania, come sempre affidate a compagnie di sicurezza private e voli charter. Le espulsioni non vengono sospese neanche quando espongono ad un rischio concreto la vita dei prigionieri: è notizia recente, infatti, che alcuni immigrati deportati in Afghanistan sono stati torturati ed uccisi da autorità statali o para-statali appena arrivati nel paese.
Proprio ieri, mentre manifestazioni davanti l’Home Office, Gatwick ed Heathrow si opponevano alle espulsioni e sostenevano le proteste in corso nei centri, il presidio solidale davanti Brook House ha notato l’ingresso nel centro di due pullman della compagnia privata di sicurezza che gestisce le deportazioni.
I solidali, allarmati da una sicura deportazione imminente, hanno aspettato che i pullman uscissero dal centro diretti verso l’areoporto, per interporsi fisicamente, nel tentativo di bloccare l’espulsione di massa. Questa pratica viene spesso messa in campo per far saltare il volo, facendo arrivare tardi i prigionieri all’imbarco, o per permettere gli ultimi possibili ricorsi legali.
Per restare aggiornati/e potete visitare detained voices
dove sono riportati i racconti diretti delle persone recluse o AntiRaids Network
e Rabble per le mobilitazioni dei nemici delle espulsioni.
Aggiornamenti del 16/3 da Rabble
Continua la lotta nei centri dove sono reclusi i/le migranti in Uk e si allarga: in 8 centri su 14 sono in corso scioperi della fame e proteste collettive.
Ieri, nei centri di Dungavel (Scotland, vicino Glasgow) e Dover, le persone recluse hanno iniziato scioperi della fame di massa.
Le proteste si aggiungono quindi a quelle già in corso a Yarl’s Wood (Bedfordshire), Harmondsworth e Colnbrook (Heathrow), Tinsley House e Brook House.
Il sito Detained Voices pubblica aggiornamenti continui. Le persone imprigionate che stanno portando avanti la lotta con determinazione, sentono forte l’appoggio dei/delle solidali.