Riceviamo e pubblichiamo.
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Oggi pomeriggio un corteo di 200-300 persone ha attraversato le vie del quartiere di Torpignattara. Un corteo partecipato dagli/dalle abitanti della zona in risposta alle guerre, al razzismo e alla deriva securitaria.
Per tutta la durata del corteo sono stati fatti interventi al microfono in varie lingue, espressione degli incontri attraverso i quali si è costruita la manifestazione. Assemblee e volantinaggi partecipati durante i quali la Polizia Municipale ha agito come usa fare nel quartiere: identificazioni collettive e intimidazioni che hanno portato a multe salate, a minacce e all’internamento di un ragazzo senza permesso di soggiorno nel CIE di Ponte Galeria. Si tratta delle stesse squadrette che quotidianamente eseguono incursioni e retate nei bar e nei luoghi di ritrovo di persone migranti della zona.
Un percorso appena iniziato, questo, che coinvolge vari gruppi, individui e comunità presenti sul territorio, nato in risposta alle campagne mediatiche e al clima di terrore inaspritosi dopo i fatti di Parigi.
L’ambito è quello territoriale. L’obiettivo è quello di rafforzare le relazioni reali e solidali tra chi popola questo quartiere più volte presentato come una zona pericolosa dove domina la paura.
Se la volontà di chi governa è quella di svuotare le strade, rinchiudere ognuno nel suo piccolo spazio privato, aizzare la guerra di tutti contro tutti la risposta può essere solo quella di incontrarsi, confrontarsi e agire per trasformare radicalmente il mondo nel quale viviamo.