“Refugees Welcome!”: un movimento di solidarietà o la difesa della supremazia dei valori dell’uomo bianco?

  1. Abbiamo tradotto questo articolo pubblicato lo scorso ottobre, nel periodo in cui migliaia di persone si ammassavano alle frontiere esterne della fortezza Europa, per forzarle e attraversarle collettivamente, mentre in molte città europee si sono svolte manifestazioni al grido “Refugees Welcome”. Ricorderete sicuramente le celebrazioni del “3 ottobre”, ovvero l’anniversario di una strage nel Mediterraneo, utilizzato dai governi europei come pretesto per rafforzare la militarizzazione e le conseguenti pratiche di identificazione forzata, classificazione e detenzione.
    Pensiamo che questo testo possa orientare la discussione intorno alle pratiche di lotta e solidarietà tra oppressi.

Traduzione da No Borders Serbia

Il 4 settembre 2015 una donna mi grida in faccia: “Torna al tuo paese” durante una manifestazione “Refugees Welcome” alla stazione degli autobus di Barcellona, dove ho presentato domanda di asilo lo scorso anno. La manifestazione era organizzata da “Stop Mare Mortum” ed era seguita da un evento per celebrare i partiti spagnoli “di sinistra”, organizzato da “Barcellona en Comú” (precedentemente noto come “Guanyem Barcelona”) e dalla sua leader, Ada Colau. Questo partito e gli altri partiti europei di destra e “di sinistra” utilizzano la vulgata popolare umanitaria “Refugees Welcome!” per i propri interessi politici.
Ho incontrato folle di bianchi che cantavano “Si, se puede / Yes, we can”. Tutto ha avuto inizio quando ho deciso di far sentire la mia voce per dire: io non sono un “rifugiato”, non voglio il vostro aiuto, voglio gli stessi diritti di Ada Colau, gli stessi diritti di qualsiasi bianco europeo. Tanto è bastato loro per affrontarmi violentemente, da buoni colonialisti. La conclusione di tutto il discorso durante la manifestazione verteva su “Come sono buoni / forti i bianchi” con un appello “per l’unità e l’orgoglio europeo”. Ma quello che queste persone non sanno è che i “rifugiati e gli immigrati” hanno già i propri piani: libera circolazione, benessere nonché l’abolizione della “zona dell’essere” [NDT cioè della separazione tra esseri umani “riconosciuti” e non riconosciuti come tali (1)].

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“Rifugiati e immigrati” non sono soggetti in cerca di aiuto e di pietà in Europa; stanno chiaramente esprimendo e mostrando – con il loro muoversi da sud a nord verso paesi europei – la reazione alla colonizzazione, il movimento degli oppressi verso le terre dei colonizzatori.
Gli immigrati provenienti da Sud America, Marocco e Sahara si recano principalmente in Spagna; le persone provenienti da Algeria, Tunisia e Senegal migrano verso la Francia, dalla Libia verso l’Italia, dall’India in Inghilterra e così via. Si stanno muovendo dalle X-colonie e dagli stati post-coloniali, che sono ancora sotto l’influsso del sistema coloniale classico, verso le terre dei colonizzatori.
Sono “in fuga” dalle guerre, dalla fame, dallo sfruttamento, in cerca di migliori possibilità di vita o vogliono solo godersi le città europee e lo stile di vita che è stato edificato sullo sfruttamento, riprendendosi le risorse che la geografia coloniale ha rubato alle persone che vivono nel sud del mondo.
“Lo sguardo che il nativo rivolge alle città dei coloni è uno sguardo di lussuria, uno sguardo di bramosia… E questo i coloni lo sanno molto bene:”Vogliono prendere il nostro posto”. E’ vero, Non c’è colonizzato che non sogni almeno una volta al giorno di impiantarsi al posto del colono.” (2) Questo movimento naturale del colonizzato dal sud del mondo verso il nord è un diritto da riprendersi, da recuperare, avere una minima restituzione; quando il colonizzato non ha alcun posto dove fuggire dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dallo sfruttamento, si muove direttamente verso la causa di tutto questo, la Fortezza del colonizzatore, la Fortezza dell’uomo bianco.

Il noto principio secondo cui “tutti gli esseri umani sono uguali” sarà ribadito nel momento in cui le persone colonizzate chiederanno gli stessi diritti dell’uomo bianco. Le popolazioni colonizzate sono già in lotta. Le persone comuni dei paesi post-coloniali stanno attraversando le frontiere europee violando la loro cosiddetta “sovranità” (di espropriare risorse e vite), sono quelle che sperimentano le violenze nella loro vita quotidiana, non sono Attivisti, non sono etici, sono oppressi e arrabbiati. I migranti stanno arrivando in Europa tutti i giorni dall’Africa, dall’America Latina, dall’Asia, e dal mondo arabo, per dire “siamo qui, e qui rimarremo! Non importa se l’Unione Europea sia d’accordo o meno, se militarizzeranno il Mediterraneo o gli altri confini europei, non importa se saranno promulgate nuove leggi razziste per esercitare un maggior controllo sui corpi di “rifugiati o immigrati”, le persone di colore, i non europei.

Un mese dopo la terribile esperienza della manifestazione “Refugee Welcome” a Barcellona, sabato  3 ottobre 2015 c’era un altro appuntamento “Refugee Welcome” a Vienna. Lì mi sono reso subito conto che si trattava di una ripetizione dello stesso discorso umanitario già sentito a Barcellona che ha a che fare soprattutto con la difesa dei valori europei, la supremazia dei valori dell’uomo bianco e ancora una volta non erano presenti rifugiati! Una donna anziana proveniente dalla Siria, che beveva il tè in un angolo guardando la manifestazione, mi ha detto “Queste persone non hanno nulla da fare durante il fine settimana, e si stanno auto-celebrando in un bel sabato soleggiato!”

Le “crisi” di rifugiati / immigrati cresce in Europa solo perché questo “problema” è ora sul suolo europeo (come quello che è successo con il “mai più” e i sensi di colpa riguardo l’Olocausto).

Agli europei non importa la questione in sè come caso politico e di lotta in relazione al Colonialismo/Razzismo/Capitalismo/Patriarcato, per loro ha a che fare invece col difendere la propria (presunta n.d.t) superiorità e i valori europei, risolvendo questi “problemi” facendo pagare i costi ad altri indigeni. Ho visto qui persone in carnevalesco festeggiamento dell’Europa / “della bianchezza” …, ma ciò non ha nulla a che fare con una vera lotta contro l’Europa, il regolamento Eurodac/Dublino/Frontex/l’ Unione Europea/ il colonialismo e l’imperialismo nel “Terzo Mondo”: nella prima settimana di ottobre ci sono stati attacchi  israeliani/russi/francesi/americani in Siria, Palestina, Iraq e Afghanistan. Non ci sarà mai solidarietà se si sostiene prima l’oppressore e poi si offre aiuto agli oppressi, non si può dare solidarietà ai profughi palestinesi e sostenere lo stato coloniale di Israele – in realtà non si può parlare di rifugiati senza menzionare i rifugiati palestinesi – dare il benvenuto ai rifugiati siriani e nel frattempo bombardare la Siria. Questa non è solidarietà, queste sono pratiche coloniali.

“La tradizione degli oppressi ci insegna che lo “stato di emergenza” in cui viviamo è la regola. Dobbiamo giungere a un concetto di storia che corrisponda a questo fatto. Avremo allora di fronte, come nostro compito, la creazione del vero stato di emergenza; e ciò migliorerà la nostra posizione nella lotta contro il fascismo.” (3) Questo stato di emergenza contro il quale lottano rifugiati e immigrati (per la libertà di movimento e per godere dell’ 1% dei privilegi della classe europea povera, cosa che non è nemmeno minimamente riconosciuta né messa in discussione dagli europei) è ampliato ogni giorno, e mostra chiaramente il volto fascista dell’Europa. Lunedì 5 ottobre, un 29enne richiedente asilo proveniente dall’Eritrea è morto a causa di un attacco razzista in Germania, e molti rifugiati sono stati feriti in altri attacchi razzisti in tutto il paese.

Mercoledì  7 ottobre sono stato invitato all’Accademia di Belle Arti di Vienna per un incontro dal titolo “Giornata d’azione”, per coordinare e pianificare le attività dell’Accademia e per discutere su quello che l’Accademia può fare riguardo la situazione dei “rifugiati”. L’incontro è stato organizzato da uno studioso razzista e colonialista e il pubblico era composto principalmente da europei riuniti per discutere le loro soluzioni al problema. I primi 10 minuti dell’incontro sono stati sufficienti per rivelare i discorsi suprematisti su cui si basano. Un’attivista che era arrivata con le sue scarpe da 300 euro e aveva cominciato un’intervento su come dovrebbe essere la “lotta”, con al seguito un documentarista che la filmava, disse letteralmente “I miei migranti sono appena arrivati” : una frase di assoluta violenza. Un colonialista che organizza la “Giornata di azione” con il suo pubblico venuto a difendere e celebrare la supremazia dei valori dell’uomo bianco. Queste problematiche  ritornano agli onori della ribalta non grazie alla lotta politica che le persone migranti portano avanti ma tanto per parlare in modo “politicamente corretto” di questo problema in modo che nessuno possa biasimarli.

Il “Refugee Welcome” e le pratiche di attivismo funzionano semplicemente depoliticizzando le migrazioni, e trasferendo al lavoro umanitario svolto dall’Europa i benefici politici della lotta di decolonizzazione fatta dai rifugiati / immigrati. Abbiamo bisogno di solidarietà rivoluzionaria non di assistenza! Abbiamo bisogno di libertà di movimento, dell’abolizione delle leggi migratorie, di documenti ufficiali, di fermare i controlli e la criminalizzazione di rifugiati / immigrati con la biometria e altre pratiche persecutorie e discriminanti, di avere gli stessi diritti di qualsiasi europeo, accesso all’istruzione, alle borse di studio, al lavoro, allo studio e avere l’opportunità di godere degli stessi privilegi dell’uomo bianco. Abbiamo bisogno di celebrare le nostre proprie conoscenze, le azioni dirette e la solidarietà alla nostra causa portate avanti qui in Europa e nei nostri paesi di origine, che subiscono tutti i giorni gli effetti del colonialismo, del razzismo / Sionismo, dell’imperialismo e del capitalismo.

“Gli europei devono prima decidere di svegliarsi, di prendere coscienza, di usare il loro cervello, smettendo di giocare alla Bella Addormentata.
Compagni, dobbiamo elaborare nuovi modelli, per arrivare alla costruzione di un uomo nuovo.” (4)
“Rivolta, per tutti coloro che non hanno niente da perdere tranne le catene e le tende da rifugiati.”(5)
Compagni, dobbiamo decolonizzare l’Europa! E questo può essere fatto in un modo solo: abolendo il concetto stesso di Europa.

Articolo originale

Note :
1) Per Fanon il razzismo è una struttura di potere e di dominio che separa gli esseri umani tra umanità riconosciuta (zona dell’essere/zone of being) e umanità non riconosciuta (zona del non-essere/zone of non-being)

2) I dannati della terra, 1961, Frantz Fanon.

3) Sul concetto di Storia, 1940, Walter Benjamin.

4) I dannati della terra, 1961, Frantz Fanon.

5) George Habash, Fronte popolare di liberazione della Palestina.

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