CIE di Brindisi – Restinco: sul saluto solidale ai reclusi in sciopero della fame

NoBorder, NoDetention

Aggiornamento del 19.08.2016 Abbiamo da poco appreso che lo sciopero della fame è stato interrotto già da ieri. Inoltre abbiamo saputo che nonostante il clima di tensione gli sbirri non hanno esitato a pestare un detenuto due giorni fa. Infine ci riferiscono che dall’inizio della settimana hanno avviato dei lavori di muratura nelle camere colpite dalle fiamme di lunedì 8: dei contatti riferiscono di vedere ogni mattina dei lavoratori che riimbiancano le stanze dalle tracce dell’incendio.

Riceviamo e pubblichiamo. Ricordiamo che potete inviarci contributi a hurriya[at]autistici.org

Domenica 14 agosto in una quarantina è stato rivolto un saluto di mezz’ora ai reclusi del Cie di Brindisi-Restinco, a soli cinque giorni dal presidio dello scorso 8 agosto.

La volontà di raggiungere nuovamente le mura del centro è legata agli ultimi aggiornamenti provenienti dall’interno: dal 12 agosto tutti reclusi sono in sciopero della fame. Le cause specifiche dello sciopero rimandano alle conseguenze della giornata dell’8. Dopo lo svuotamento delle stanze rese inagibili da un breve ma intenso momento di rivolta, nel quale sono stati dati alle fiamme materassi e lenzuoli, gli immigrati sono stati trasferiti nelle aree collettive. A seguito delle proteste al grido di «Libertà!», infatti, i reclusi sono stati smistati tra un cortile generale posto alle spalle delle sezioni, e un corridoio lungo il quale decine di immigrati si trovano ora ammassati, costretti a usare i tavoli delle mense come giacigli. Chi si trova fuori in cortile, invece, non può che passare la notte al freddo.

Pare che le guardie avessero già fiutato l’eventualità di un altro momento di solidarietà numerosa e rumorosa davanti al centro: oltre a un dispiegamento di digos e polizia già pronto ad attendere i solidali, un contatto recluso ha subito spiegato che, qualche minuto prima del loro arrivo, era stato dato l’ordine di svuotare le stanze della sezione C – l’unica rimasta intatta dopo le fiamme dello scorso 8 agosto – e di ricollocare i reclusi insieme agli altri tra cortile e corridoi interni. Preventivamente, i carcerieri del Cie di Restinco hanno impedito un contatto faccia faccia tra i reclusi rimasti nella sezione C e chi era fuori. Uno squallido tentativo per rafforzare l’isolamento nella struttura durante i momenti di lotta e solidarietà,  negando ai detenuti nelle stanze esposte all’esterno di comunicare sporgendosi dai finestroni.

Per non lasciare soli coloro che sono ancora rinchiusi in un lager che solo in parte è stato danneggiato, il saluto di domenica scorsa voleva essere una risposta di solidarietà immediata ai reclusi in sciopero della fame, il minimo che si potesse fare rispetto al protrarsi della violenza che lo Stato esercita su chi non ha le carte valide per vivere qui la propria vita.

Nemici delle frontiere.

Lecce, 15/08/2016

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