Tangeri – Arresti di massa
Traduzione da Beatingborders
Il 9 novembre, il Boumla – la polizia marocchina – ha arrestato diverse persone nelle aree di Boukhalef e Medina a Tangeri. Una persona arrestata ha stimato che ci fossero più di 80 persone (tutte provenienti dall’Africa sub-sahariana) rinchiuse nella stazione di polizia – comprese le persone con i documenti dell’UNHCR e un passaporto valido (avendo soggiornato in Marocco per meno di 3 mesi). Le donne sono state rilasciate in serata, mentre gli uomini sono stati tenuti tutta la notte. Una donna si è ammalata nella stazione di polizia e ha dovuto essere ricoverata in ospedale, mentre un uomo è stato ferito dal Boumla. La mattina seguente, il Boumla ha rilasciato molte persone, e deportato 18 persone a Fez (distante oltre 4 ore di auto da Tangeri).
Spesso la polizia prende il telefono cellulare, i documenti e i soldi che le persone (fermate) hanno con loro, in modo che quando vengono allontanati non hanno i loro effetti personali o i mezzi per tornare a Tangeri. Arresti arbitrari e deportazioni sono una realtà quotidiana per chiunque sia considerato di origine sub-sahariana dalla Boumla, che sia o meno in possesso dei documenti “giusti”.
232 Boza in un giorno!
Traduzione da Beatingborders
Il 31 ottobre, nelle prime ore del mattino, 232 persone migranti sono riuscite ad entrare nel territorio spagnolo, dopo che circa 400 persone avevano provato ad entrare nella enclave di Ceuta in diversi gruppi.
Per quanto riguarda il cosiddetto atteggiamento “violento” e “ostile” di “molti migranti armati di bastoni” denunciati dalla Delegazione del Governo Locale, occorre precisare che alcuni migranti avevano si bastoni e pietre, ma che li hanno usati per difendersi dagli agenti della Guardia Civil che hanno utilizzato qualsiasi mezzo per cercare di impedire loro di entrare in territorio spagnolo (e che ricordiamo non sono nuovi ad espisodi di violenza nei confronti di chi prova ad attraversare la frontiera).
Naturalmente grande pubblicità è stata fatta riguardo alla “violenza” dei migranti, mentre è stato ignorato dal CETA e da molti media che 32 migranti sono stati feriti abbastanza gravemente da dover essere trasferiti con le ambulanze in ospedale, a Ceuta, dopo aver attraversato la frontiera ed essersi scontrati con la polizia spagnola che cercava di impedire loro di passare. Nel gruppo vi erano persone che hanno trascorso anni cercando di entrare in Spagna, e altri che erano stati illegalmente “restituiti” al Marocco durante tentavi precedenti di passaggio.
Stavolta le forze di sicurezza del Marocco, a causa delle manifestazioni in corso che si svolgevano in diverse città del Marocco, non erano presenti in gran numero e gli immigrati sono stati in grado di trovare nuove tattiche e nuovi punti dove attraversare per sfuggire alle autorità marocchine. Tuttavia, ci sono stati anche dei “respingimenti a caldo” di persone che non sono state in grado di oltrepassare le prime due barriere. Le autorità spagnole hanno continuato a cercare la manciata di persone che hanno attraversato le recinzioni fuggendo poi verso le colline circostanti. I migranti sono stati portati al CETI, il “centro di permanenza temporanea per immigrati” a Ceuta, dove sono stati accolti dai loro compagni. A causa del sovraffollamento, oltre 100 migranti del CETI sono stati trasferiti nei centri di detenzione di Madrid, Valencia, Estremadura e Murcia in territorio spagnolo.Il CETI rimane ancora pieno oltre la capacità massima ufficiale, con molti migranti costretti a dormire in tende all’aperto.
Dopo le migliaia di persone entrate nel 2014 e nel 2015, la Spagna ha intensificato la sicurezza delle frontiere, grazie anche ai finanziamenti ricevuti dalle autorità europee, e ha approvato una legge che permette ai suoi poliziotti di frontiera di rifiutare ai rifugiati la possibilità di chiedere asilo. Parlando degli attraversamenti del 31 ottobre, l’Associazione spagnola della Guardia Civil ha detto che avrebbe fatto una richiesta urgente di potenziamento della forza lavoro Guardia Civil a Ceuta per la sorveglianza alle frontiere, alle coste e alle strade in considerazione della situazione.
Una settimana dopo, è stato riportato che il ministro degli interni tedesco vorrebbe fermare le imbarcazioni di migranti in mare riportando immediatamente le persone in Nord Africa, dove – dice – le domande di asilo possono essere esaminate “off shore”, nel tentativo di dissuadere le persone dal cercare di entrare in Europa. Il piano proposto riflette la crescente esternalizzazione dei confini dell’Europa verso i paesi del Nord Africa, questa volta senza avere nemmeno la pretesa di un discorso “umanitario”.
Esprimiamo la nostra solidarietà alle 232 persone che sono riuscite ad entrare in territorio europeo, a coloro che sono stati respinti, e a coloro che rimangono bloccati in Marocco in attesa di attraversare. Le potenze coloniali europee sembrano credere che innalzando le recinzioni e distruggendo gli accampamenti, renderanno sicure le frontiere dell’Europa. Questo passaggio – di 232 persone in un tentativo comune – dimostra le possibilità di distruggere le frontiere quando si usa la forza collettiva.
Ciò di cui l’UE ei suoi Stati membri non si rendono conto è che la volontà delle persone di vivere dove vogliono (o spesso dove non vogliono, ma sono costretti a lasciare per), non scomparirà con la costruzione di recinzioni e la distruzione dei campi – siano questi in Marocco o a Calais o a Ventimiglia. Fino a quando l’Europa non la smetterà con le sue politiche neocoloniali di sfruttamento e alimentando conflitti in tutto il resto del mondo (ad esempio, in Costa d’Avorio, Sudan, Africa Centrale, Congo, Libia, Afghanistan, Iraq, Siria) fornendo un passaggio sicuro per Europa, la gente continuerà a trovare nuovi modi per chiedere la libertà di circolazione per tutti/e.