La situazione, le lotte, la repressione dei/delle migranti nei centri di accoglienza in Basilicata

Lo scorso 25 aprile la città di Potenza ha visto per la prima volta un corteo di migranti e solidali sfilare per le sue strade, tra interventi, striscioni, cartelli e cori in inglese, francese e italiano. Uomini e donne che vivono nel limbo dei centri di accoglienza della città e delle zone limitrofe hanno sfidato le continue minacce dei gestori dei centri di accoglienza e delle forze dell’ordine per portare nei quartieri le loro voci, insieme con i/le solidali del CSOA Anzacresa, alcun* altr* provenienti da varie città e la rete Campagne in Lotta. Al termine del corteo si è tenuta un’assemblea in piazza.

Dopo una stagione di repressione contro chi ha protestato nei centri di accoglienza di Potenza, con la solidarietà attiva si sono rafforzate le lotte, e nelle strade di Potenza si è levato forte il grido di libertà. Alla paura e ai ricatti per i documenti e alla violenza della Questura si è risposto con la lotta.

Nelle piccole città e paesi della provincia italiana, quelli della cosiddetta “accoglienza diffusa” la situazione dei migranti non è affatto pacificata. Pur dovendo contrastare l’ulteriore isolamento e segregazione e il maggiore controllo sociale e poliziesco, i/le migranti continuano ad organizzarsi e lottare contro un sistema che prevede solo sfruttamento e repressione.

Di seguito pubblichiamo un documento (qui il link per scaricarlo in formato pdf ) sulla situazione dei/delle migranti in Basilicata, sul business dell’accoglienza istituzionale, sulle lotte portate avanti e sulla repressione che vede ancora purtroppo delle persone in galera, alle quali va tutta la nostra solidarietà.

La situazione, le lotte, la repressione dei migranti nei centri di accoglienza in Basilicata (Gennaio 2017).

Rispetto al resto d’Italia la Basilicata, per quanto riguarda la presenza di richiedenti asilo, rappresenta un’eccezione. Non solo è tra le prime tre regioni con il rapporto più alto tra presenze di migranti nei centri di accoglienza e popolazione residente (3,4 ogni 1000 abitanti, seconda solo al Molise e al Friuli) ma è anche l’unica dove le autorità locali valutano la presenza di centri di prima e seconda accoglienza per migranti come “un’opportunità”. La Regione Basilicata è stata inoltre la prima a rispondere positivamente alla richiesta di accettare uno dei nuovi CPR (Centri Permanenti per il Rimpatrio, cioè per recludere e deportare i/le migranti) previsti dal recente piano del Governo.

Marcello Pittella, presidente PD della Regione Basilicata, in un’intervista (2) nello scorso novembre ha infatti affermato: “In controtendenza rispetto a tutte le altre regioni italiane, nel 2015 ho manifestato personalmente, la volontà del governo regionale di andare anche oltre la quota di riparto nazionale dei flussi migratori, offrendo di accogliere fino a 2000 migranti. Questo perché la giunta regionale considera l’accoglienza un’opportunità che, se ben strutturata, può essere un’occasione di sviluppo per il territorio. Soprattutto per le aree interne”.
L’articolo prosegue citando i dati sulle presenze in questa Regione: “È nato così il miracolo della Basilicata, una regione dove sui migranti le cifre raccontano un vero e proprio boom. Oltre 44mila migranti hanno un lavoro, al 90% con un contratto. Oltre la metà lavora in agricoltura. Vuol dire che gli stranieri rappresentano il 13% circa della forza lavoro totale, cioè più di un lavoratore su 10 è straniero. Nella zona del Metaponto, le cifre sono anche più elevate: su 34mila lavoratori, 14mila sono stranieri.”

In un comunicato stampa (3) del 13 dicembre 2016, Pietro Simonetti, responsabile del Coordinamento politiche migranti della Regione Basilicata, conferma l’intenzione di estendere ancora l’accoglienza diffusa: “Sono circa 800 i migranti indiani, pakistani e afganistani che nel 2016 hanno lavorato in provincia di Potenza per sostenere le attività produttive nel settore zootecnico e lattiero caseario e che consentono di mettere sul mercato anche i prestigiosi formaggi ed il latte della Val D’Agri, del Marmo Melandro e del Vulture Melfese. Anche in provincia di Matera i migranti sostengono il tessuto economico. Senza di loro non si raccoglierebbe la frutta, non si mungerebbero le mucche. Anche nel Vulture non si raccoglierebbero i pomodori. Attualmente in Basilicata sono ospitati circa 2700 richiedenti asilo in 56 comuni, stamani se ne sono aggiunti 2, in 220 strutture, mentre risultano occupati nel sistema di accoglienza oltre 550 lucani, la metà degli assunti dalla Fiat per i nuovi modelli. Nessuna regione nel nostro paese si avvicina al 50% dei comuni che accolgono. Con la nuova intesa sottoscritta con Prefetture, Anci e Upi, avremo un allargamento dell’accoglienza diffusa e vincoli precisi per evitare affollamenti. Per il 2017 ai Comuni spettano 500 euro a migrante che per 2700 ospitati in Basilicata fanno un milione e 135 mila euro.”

Per il biennio 2017/2018 è stato infatti predisposto un bando (4) di 47.654.400 per l’accoglienza di almeno 2.040 persone.

Qual è l’obiettivo di questa strategia di accoglienza? Lo spiega senza troppi giri di parole una rivista locale (5): “La Basilicata è stata la prima a credere in questo sistema di distribuzione logica del numero dei migranti, ma in questi ultimi tempi grazie ad una operatività condivisa tra Regione e Prefettura le decisioni hanno coinvolto tantissimi comuni e tanti imprenditori, grandi e piccoli, del terzo settore. La strada della gara aperta a più realtà imprenditoriali e della diffusione nel territorio regionale è quella giusta, anche se non bisogna nascondere che il vero problema è come fare uscire questa manodopera dalla pura assistenza e farne uno strumento per migliorare le cose. Bisognerà inventarsi qualcosa che utilizzando il minor costo della manodopera, attrezzi forza lavoro per l’agricoltura, i servizi di raccolta e le opere di manutenzione delle città.”

Al 12 gennaio 2017 (6), secondo i dati ufficiali del Ministero degli Interni, risultano presenti in Basilicata 2.557 richiedenti asilo, 2.103 nei C.A.S. (Centri di Accoglienza Straordinaria) e C.P.A. (Centri di Prima Accoglienza) e 454 negli S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati).
7 cooperative si sono aggiudicate la gestione dell’accoglienza nel 2016 in provincia di Potenza (7) : la Cooperativa sociale “Global Service” fa la parte del leone con la gestione di 294 persone in 18 centri di accoglienza a Potenza, Balvano, Brienza, Tito, Savoia, Melfi e altri 9 Comuni. Segue la “Multiservice sud” con 163 persone in 11 centri accoglienza in 5 Comuni, la coop “Opera” con 36 persone, l’Arci insieme alle coop “Sicomoro” e “Città della Pace” con la gestione di 74 richiedenti asilo, la società “Manteca srl” con 159 persone in 26 centri di accoglienza, la Coop “S.S.I” con 48 migranti, l’associazione “Le Rose di Atacama” con 67 e infine la cooperativa “Senis Hospes” con 45 persone.

Apparentemente, questa strategia basata sull’accoglienza sembrerebbe conveniente per tutti: nella Regione arrivano circa 30 milioni di euro all’anno per la gestione dei richiedenti asilo; una decina di imprese sociali provvedono, con queste risorse, ai salari per più di 550 operatori dei centri accoglienza; hotel e altre strutture ricettive hanno incassi garantiti anche oltre la stagione turistica; le imprese dell’agroindustria hanno a disposizione sempre nuova “manodopera a basso costo”; i Comuni possono servirsi gratuitamente dei richiedenti asilo per lavori di pulizia e manutenzione, e nel 2017 riceveranno un bonus di 500 euro per ogni migrante “accolto” (per un totale di 1 milione e 135.000 euro). Inoltre, con la presenza dei centri di accoglienza diffusa in più della metà dei Comuni della regione, gli enti locali risparmiano anche sulle spese che dovrebbero sostenere per alloggiare la forza lavoro necessaria alla filiera agricola.

Un’accoglienza positiva per tanti, ma non per tutti: non certamente per le persone gestite, controllate, selezionate e sfruttate nei centri di accoglienza. I richiedenti asilo della Basilicata vedono le loro domande esaminate dalla Commissione di Salerno (e ultimamente, visti i numeri in crescita, anche da quella di Crotone): nel 2015 le domande accolte sono state solo il 18,8%; nel primo semestre del 2016 le domande che hanno ricevuto una risposta positiva sono state il 25%. Anche la Commissione di Crotone ha accettato solo il 37,3 % delle domande presentate nel 2016 (8). Ciò significa che i tre quarti delle persone “accolte” si ritroveranno, con un decreto di espulsione che pende sulle loro teste, a vivere da irregolari (se non si finisce in un CIE/CPR e deportati) senza possibilità di affittare una casa, avere un regolare contratto di lavoro, accedere a cure e istruzione, ricongiungersi con i familiari etc.

Le proteste dei richiedenti asilo in Basilicata, nel corso dell’ultimo anno e mezzo, sono state frequenti, e si sono scontrate con una durissima repressione delle forze dell’ordine e le grida d’allarme dei Sindaci e dei politici dei Comuni “accoglienti”.
Di seguito ne descriviamo alcune, quelle che sono state riportate dai media (o meglio, attraverso articoli che la maggior parte delle volte si basano sulle veline delle forze dell’ordine), e ricordando che le proteste sono molto più numerose, e purtroppo vengono represse nel silenzio a causa dell’isolamento dei luoghi, dell’indifferenza generale e della mancanza di iniziative di solidarietà con i/le migranti.

Il 31 luglio 2015 i 51 richiedenti asilo presenti in un centro accoglienza a Sasso di Castalda (Pz) gestito dalla cooperativa “Opera” avevano protestato (9) in strada “per contestare i tempi lunghi relativi alla concessione di documenti che consentirebbero loro di riprendere il viaggio verso altre mete. Nessuno ha intenzione di fermarsi in Basilicata, ma senza quelle «carte» sono bloccati, «prigionieri», confinati. Qualcuno ha dato fuoco a materassi e suppellettili bloccando il traffico”. Dal dicembre 2014 ancora nessun richiedente asilo era stato chiamato a colloquio dalla Commissione di Salerno. Per il sindaco la protesta aveva rappresentato “una frattura nel rapporto di fiducia” con i migranti: “In questo momento non siamo in condizione di ospitare neanche due soli immigrati. Io non sono più in grado di garantire l’ordine pubblico dopo quel che è accaduto” aveva dichiarato (10). Nei giorni successivi alcune persone erano state trasferite altrove.

Anche a Chiaromonte (Pz) l’8 agosto 2015 i 68 immigrati del centro di prima accoglienza situato nell’hotel Ricciardi e gestito dalla cooperativa Senis Hospes avevano protestato con forza chiedendo di essere uditi dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, e poter finalmente andare via, e denunciando le pessime condizioni un cui erano costretti a vivere da 8 mesi. Dopo la protesta, il sindaco aveva chiesto al ministro degli Interni e al Prefetto la chiusura del centro accoglienza. Il Prefetto nel giro di pochi giorni emise un decreto di espulsione dal circuito dell’accoglienza per 26 tra i richiedenti asilo che avevano osato protestare (11). Il 21 agosto furono necessari 70 carabinieri di 3 compagnie diverse e alcuni poliziotti per riuscire a cacciare le persone dal centro accoglienza, dove i richiedenti asilo avevano resistito contro il provvedimento di espulsione per ore, fino a notte inoltrata. I richiedenti asilo avevano raccontato davanti alle telecamere i motivi delle loro proteste: ”Ci sono molti problemi mai risolti, siamo qui da 8 mesi e fino ad ora niente è a posto. Qui a Chiaromonte siamo stati dimenticati. Siamo molto stanchi, non sappiamo nemmeno cosa succede nel resto del mondo. Ci hanno detto che abbiamo creato problemi qui nel centro e dobbiamo lasciare la struttura. Ho detto che io non ho creato problemi. Io sono qui e non vado da nessuna parte. Se volete che me ne vada il governo deve venire qui affinché io possa parlare con loro direttamente e conoscere la mia situazione” (12).

A Matera il 26 agosto 2015 un’auto investe uno dei richiedenti asilo del C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) situato nel Fast Motel, nella zona industriale di La Martella, e gestito dalla cooperativa Auxilium. L’ennesimo incidente, dovuto all’isolamento della struttura che obbliga i migranti a muoversi a piedi o in bici anche al buio, e con una persona ricoverata in gravi condizioni nel locale ospedale, scatena la rabbia dei 133 immigrati ammassati nel centro, che scendono in strada e bloccano la circolazione per più di due ore sulla strada provinciale 6 che da Matera porta a Gravina. Arrivano polizia, carabinieri, guardia di finanza, digos, persino i vigili del fuoco e la guardia forestale per reprimere la protesta (13). Il giorno successivo, 27 agosto, cento richiedenti asilo partono in corteo spontaneo e raggiungono, dopo aver percorso 4 km, prima la caserma dei carabinieri e poi la Questura. In una lettera espongono la loro situazione: “Primo tra tutto hanno chiesto di conoscere le condizioni di salute dell’uomo investito ieri che, a seguito del grave trauma, è stato trasportato d’urgenza a Bari. Evidenziano la grave carenza nel trasporto pubblico urbano, non ci sono collegamenti adeguati che uniscano il centro di accoglienza al centro città; hanno rimarcato come il grave incidente di ieri non sarebbe accaduto se ci fossero stati dei collegamenti idonei con la città. Il maggiore problema riguarda la lentezza burocratica nell’ottenere i documenti ( e 40 avrebbero già ricevuto un diniego) e la mancanza di risposte da parte degli avvocati d’ufficio sulla loro attuale situazione. Critiche anche nei confronti del sistema sanitario: le cure prestate ai migranti non sono idonee e quasi il 50% dei residenti del C.A.R.A. è malato. Da quando sono arrivati in città, hanno ricevuto vestiti soltanto due volte, costringendoli a rimediare alcuni indumenti dall’immondizia. Problemi anche per il cibo: non è adatto ed è lo stesso da circa un anno (soprattutto pasta). Molti di loro sono costretti a chiedere l’elemosina per procurarsi autonomamente il cibo di cui hanno bisogno e chiedono una soluzione migliore per la loro alimentazione, dato che circa l’80% di loro non mangia il cibo offerto nel C.A.R.A.” (14).

Il 1° settembre 2015 a Nova Siri (Mt) i 36 richiedenti asilo dello S.P.R.A.R. gestito dalla cooperativa “Senis Hospes” protestano contro la direttrice del centro. Solo 5 persone hanno ottenuto la protezione umanitaria, in 5 un diniego e gli altri ancora nessuna risposta. Inoltre non viene erogato il pocket money. Al solito i gestori ricorrono all’intervento della polizia e dei carabinieri per placare le legittime proteste (15).

A Fardella (Pz) il 3 settembre 2015 due coniugi nigeriani avevano protestato per la decurtazione del pocket money loro dovuto, giustificata dai gestori della coop. “senis Hospes” dello S.P.R.A.R. con la loro mancata partecipazione al corso di lingua italiana. I due sono stati arrestati e processati per direttissima con le accuse di danneggiamento, percosse e minacce (16).

Nel febbraio 2016, dopo svariate proteste dei richiedenti asilo, la Procura di Avellino chiude per gravi inadempienze 7 centri di accoglienza. In tutta fretta, senza fornire loro alcuna informazione, 153 migranti vengono deportati come pacchi verso il Sannio, la Puglia e la Basilicata. Otto ragazzi vengono condotti il 23 febbraio nel centro di accoglienza per minori migranti non accompagnati “Villa Signorello” a Irsina (Mt), gestito dalla cooperativa Polis. “Siamo partiti pensando che saremmo potuti stare meglio ma lì abbiamo trovato un posto persino peggiore di questo. C’erano già 60 persone divise in sette stanze. Alcuni che dormivano per terra. Non potevamo proprio restare lì” raccontano i migranti. Decidono di andare via, per racimolare i soldi dei biglietti, vendono scarpe e vestiti, ritornano ad Avellino ma vengono respinti da un funzionario “non sono loro a scegliere dove andare. Io non posso far nulla. Se non vogliono uscire dal programma devono tornare indietro”. L’avvocato che segue le loro domande d’asilo cerca di spiegare ai ragazzi che la soluzione più ragionevole è tornare ad Irsina e provare discutere con gli operatori del campo per avere condizioni più accettabili “Oppure dovete scegliere di uscire dal programma e trovare una sistemazione, presso amici, dove potete essere reperibili per tutte le comunicazioni necessarie ad ultimare l’iter». Ma nessuno vuole tornare ad Irsina. “Siamo esseri umani prima che immigrati” dice uno di loro (17). Alla fine, in sei sono stati costretti a tornare a Irsina (18).

Il 24 febbraio 2016 un gruppo di richiedenti asilo dello S.P.R.A.R. di Fardella (Pz) gestito dalla cooperativa sociale “Senis Hospes”, ha iniziato a manifestare il proprio disappunto nei confronti del personale, per i pasti insufficienti e il mancato rispetto delle norme igieniche. “Prima hanno occupato l’ufficio, impedendo agli operatori di uscire e poi hanno transennato con travi di legno, la strada davanti alla struttura ospitante, ostruendo il passaggio di persone e veicoli. Il sit- in si è protratto fino a tarda serata”. Il giorno successivo, 25 febbraio, la protesta è continuata col blocco stradale, alla presenza del Sindaco, che ha chiamato i carabinieri. I migranti si sarebbero rifiutati di togliere il blocco stradale e, dopo un parapiglia, una delle persone è stata arrestata per violenza a pubblico ufficiale e portata a Lagonegro, e gli altri denunciati (19), e con il sindaco che ne ha chiesto l’espulsione (20).

A Viggianello (Pz) il 7 luglio 2016 i 16 richiedenti asilo del centro di accoglienza “Hotel Santa Filomena 2” gestito dalla cooperativa Senis Hospes, trasferiti a forza dal centro di Chiaromonte, hanno protestato contro la nuova sistemazione troppo isolata (si trova nel Parco del Pollino) occupando la strada provinciale 4 del Pollino utilizzando picchetti in legno per bloccare i mezzi in transito. Al rifiuto di sciogliere la protesta intimato dai carabinieri, sono avvenuti degli scontri. Due persone sono state arrestate per interruzione di servizio pubblico, resistenza a Pubblico ufficiale, violenza privata e danneggiamento” e il giorno successivo processati con rito direttissimo e condannati dal Tribunale di Lagonegro (21).

Un richiedente asilo nigeriano si era allontanato dallo S.P.R.A.R. di Fardella (Pz) gestito dalla cooperativa Senis Hospes per seguire a Roma la compagna e il loro bambino appena nato. Tornato a Fardella, gli era stato detto dai gestori che aveva perso il diritto all’accoglienza perché si era allontanato senza comunicazione. Ovviamente ha cercato di opporsi all’ingiusto provvedimento e il 26 settembre 2016 sono arrivati i carabinieri per allontanarlo: per aver protestato e resistito è stato arrestato con l’accusa di violazione di domicilio, violenza privata, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali dolose e danneggiamento aggravato, e processato con rito direttissimo (22).

A Potenza il 28 ottobre 2016 era stato arrestato Michele Frascolla, amministratore unico della società Manteca srl. Insieme a lui risultano indagati a piede libero il presidente dell’Arci Basilicata, Ottorino Arbia, e la presidente della coop pugliese Solidarietà, Antonella Robortaccio, che gestisce una struttura a Melfi. Per loro l’accusa è di turbativa d’asta: si sarebbero accordati sul ribasso da presentare nella gara da quasi 9 milioni di euro per l’accoglienza dei richiedenti asilo in Basilicata, nel periodo marzo-dicembre 2016. La Manteca avrebbe incassato il pocket money di immigrati non presenti: “a svelare la truffa sul pocket money sono stati proprio i richiedenti asilo. Agli investigatori più di qualcuno ha raccontato di essersi allontanato e di non aver avuto quei 2 euro e mezzo giornalieri che spettano agli ospiti. Alla vigilia dei controlli, inoltre, sarebbero stati richiamati d’urgenza a Potenza dai campi di pomodoro del Foggiano, per il rischio di problemi con prefettura” (23). Il 31 Ottobre i richiedenti asilo gestiti dalla Manteca avevano protestato davanti alla prefettura, perché da tre anni aspettavano i documenti e da due mesi non percepivano il pocket money (24).

A Ferrandina Scalo (Mt) il 30 novembre 2016 ha avuto luogo una protesta dei richiedenti asilo che vivono nel centro di accoglienza presso l’hotel Old West. I migranti sono segregati in un luogo isolato, senza abbigliamento invernale e coperte, riscaldamento, corsi di italiano (23)

Il 30 novembre 2016 vengono chiusi i centri di accoglienza di Tito e Tito Scalo (Pz), in seguito a un controllo dell’ASL che aveva rilevato carenze igienico sanitarie nei locali determinando così un’ordinanza di sgombero disposta dal sindaco. I 42 richiedenti asilo a Tito e i 10 a Tito Scalo sono stati così trasferiti in tutta fretta dagli stessi gestori dei due centri (24). 18 persone sono state condotte a Chiaromonte (Pz) nel centro di prima accoglienza gestito dalla cooperativa sociale “Senis-Hospes” e il 1° dicembre hanno iniziato una protesta contro la nuova sistemazione e per ritornare a Tito, che ha visto l’intervento di due compagnie di carabinieri (25) che hanno arrestato un ventiquattrenne nigeriano accusato di aver aggredito un carabiniere (26).

A Potenza il 2 dicembre tre richiedenti asilo, un nigeriano e due gambiani, avevano protestato per il pocket money con il presidente della cooperativa “Global Service”, che gestisce il centro accoglienza nell’ex Ferrotel. I carabinieri li hanno arrestati con l’accusa di aver chiuso in una stanza e minacciato il responsabile. Si trovano nel carcere di Potenza (27).

Sempre a Chiaromonte (Pz) una nuova protesta era cominciata il 6 dicembre: “Qui non ci troviamo bene. Vogliamo ritornare dove eravamo prima, perché avevamo avuto la possibilità di lavorare”. “La protesta ha avuto inizio, martedì sera, con un lungo sit-in all’ingresso della struttura gestita dalla cooperativa sociale Senis-Hospes di Senise, nella quale attualmente risiedono 44 persone. 7 dei 18 ragazzi provenienti da Tito, infatti, erano in attesa di trasferirsi da Chiaromonte per un’altra destinazione. I restanti undici, si sono arrabbiati perché volevano andar via anche loro, pertanto hanno fatto le valigie e si sono accampati davanti all’hotel Ricciardi. Il mattino seguente, 7 dicembre, la protesta è continuata e sembra sia avvenuto un diverbio tra gli stessi richiedenti asilo. L’intervento dei carabinieri si è concluso con l’arresto di 4 persone per l’accusa di rissa, danneggiamento, violenza e resistenza a pubblico ufficiale (27).


Note

1) http://www.integrazionemigranti.gov.it/Documenti-e-ricerche/Rapporto%20protezione%20internazionale%202016.pdf

2) http://www.lastampa.it/2016/10/11/italia/cronache/dateci-pi-migranti-leccezione- basilicata-punta-sullaccoglienza-KeUP2S3C1s0zo98aIdERMK/pagina.html

3) http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/Giunta/detail.jsp?otype=1012&id=3022053

  1. http://www.prefettura.it/FILES/allegatinews/1219/determina_a_contrarre.pdf

  2. http://www.talentilucani.it/rifugiati-basilicata-politica/

  3. http://www.libertaciviliimmigrazione.dlci.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/cruscotto_statistico_giornaliero_12_gennaio_2017.pdf

  4. http://www.prefettura.it/FILES/allegatinews/1219/Allegato_1_AccordoQuadro_27929_15giu2016.pdf

  5. http://www.integrazionemigranti.gov.it/Documenti-e-ricerche/Rapporto%20protezione%20internazionale%202016.pdf

  6. http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/671419/rivolta-immigrati-in-50-bloccanonel-potentino-paese-da-850-abitanti.html

  7. http://filippomele.blogspot.it/2015/08/dopo-la-rivolta-animi-agitati-sasso-di.html

  8. http://www.basilicatanotizie.net/comuni/senisese/6334-il-prefetto-risponde-al-sindaco-di-chiaromonte-nessun-grave-episodio-il-centro-immigrati-resta-attivo

  9. https://www.youtube.com/watch?v=c8lB1Jaw4Fs

  10. https://www.materalife.it/notizie/investito-extracomunitario-a-matera/

  11. http://www.sassiland.com/notizie_matera/notizia.asp?id=37554&t=matera_la_protesta_ecco_cosa_chiedono_i_migranti_video_e_photogallery

  12. http://www.nuovadelsud.it/matera-e-provincia/matera-e-provincia-news/provincia/8461-niente-sussidio-mensile-e-a-nova-siri-scatta-la-protesta-dei-richiedenti-asilo.html

  13. http://www.lasiritide.it/art.php?articolo=11435

  14. http://www.orticalab.it/Siamo-essere-umani-prima-che

  15. http://www.orticalab.it/Nessuna-alternativa-all-inferno-di

  16. http://www.basilicatanotizie.net/comuni/senisese/7106-fardella-i-migranti-protestano-per-cibo-e-igiene-arrestato-un-nigeriano-per-violenza-a-pubblico-ufficiale

  17. http://www.trmtv.it/home/cronaca/2016_02_25/106294.html

  18. http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/viggianello-protesta-centro-daccoglienza-arrestati-migranti-21406.php

  19. http://www.lasiritide.it/art.php?articolo=12967

  20. http://bari.repubblica.it/cronaca/2016/10/28/news/migranti_da_bari_a_potenza_maxi_truffa_sull_accoglienza_arrestato_il_presidente_di_una_cooperativa-150784259/

  21. http://www.potenzanews.net/potenza-migranti-protestano-mesi-senza-soldi-cibo-vestiti/

  22. http://www.osservatoriomigrantibasilicata.it/2016/11/30/la-pacifica-protesta-dei-migranti-del-cas-ferrandina/

  23. http://www.presidente.regione.basilicata.it/presidente/detail.jsp?otype=1012&id=3021592

  24. http://www.ansa.it/basilicata/notizie/2016/12/02/piu-soldi-o-vi-decapitiamo-arrestati_5a8cf21d-58e6-4757-9382-af0810399aea.html

  25. http://www.basilicatanotizie.net/comuni/senisese/8663-qui-non-ci-piace-vogliamo-tornare-dove-eravamo-prima-gli-immigrati-protestano-a-chiaromonte

  26. http://www.trmtv.it/home/cronaca/2016_12_02/126896.html

  27. http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/834877/migranti-clima-da-guerriglia-a-chiaromonte-rissa-e-arresti.html

 

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