riceviamo e diffondiamo
Sabato 28 Ottobre un piccolo gruppo di nemici e nemiche delle frontiere ha spezzato per qualche ora l’isolamento delle donne recluse nelle infami mura del CPR di Ponte Galeria.
Per circa un’ora e mezza si sono susseguiti cori, musica e interventi, accolti con grida e battiture da parte delle donne detenute. Nonostante per l’occasione – e come di consueto – fossero state chiuse nelle celle e quindi non siano potute uscire in cortile per essere più vicine al presidio, la loro risposta è stata molto forte.
La situazione all’interno è molto tesa: nell’ultimo mese c’è stato uno sciopero della fame per protestare contro il cibo scadente, spesso avariato e che non tiene conto di particolari esigenze sanitarie di alcune donne. I ricatti da parte di gestori e operatori di non somministrare i farmaci alle donne in sciopero hanno fiaccato e fatto terminare la protesta, sebbene il malcontento sia ancora molto alto e non manchino proteste e pressioni individuali.
In questo momento le donne sono circa 70; negli ultimi giorni alcune (richiedenti asilo) sono state trasferite in un centro di accoglienza, altre sono state deportate, sopratutto verso il centro e il sud America. Ci raccontano inoltre che gli operatori fanno molta pressione sulle donne affinché accettino il “rimpatrio volontario assistito”, facendo leva sullo sfinimento dettato dai tempi potenzialmente molto lunghi della reclusione.
Qualche giorno fa una donna ha tentato il suicidio tagliandosi le vene, ed è stata salvata da una sua compagna.
Come a Ponte Galeria, anche nelle altre prigioni per persone senza documenti sono state settimane piuttosto calde: ci sono stati un tentativo di evasione a Caltanissetta, proteste per il cibo a Brindisi-Restinco e un tentativo di rivolta a Torino, tramutatosi in battiture e cori contro la polizia.
Manteniamo alta l’attenzione su quanto succede nelle prigioni per migranti e nelle strade, dove una retata o un semplice controllo dei documenti può trasformare rapidamente un’uscita con amici in una deportazione al CPR.
Torniamo sotto quelle mura per far sentire la nostra solidarietà a chi resiste e lotta all’interno.
nemiche e nemici delle frontiere