I tentativi delle persone che passano la frontiera tra l’alta Val di Susa e la Francia non sono nuovi ma, a partire dalla primavera dell’anno scorso, le montagne nei dintorni di Bardonecchia sono interessate da significativi flussi di migranti che tentano di passare il confine.
Già a maggio del 2016 emergeva la pericolosità di questo passaggio quando un ragazzo di 27 anni perse entrambi i piedi per ipotermia durante il tentativo di attraversamento della frontiera di notte.
L’aumento del numero di persone che provano a entrare in Francia ha comportato una vera e propria militarizzazione dell’area a partire dalla scorsa estate quando, in seguito ai tentativi di entrare in Francia – attraversando a piedi il tunnel del Frejus -, è stato deciso di schierare l’esercito sul lato italiano del tunnel peraltro già controllato dalla polizia francese sul lato opposto.
Anche le strade che portano in Francia sono state oggetto di controlli serrati: per tutta l’estate la gendarmeria francese ha predisposto un posto di controllo fisso con l’obiettivo di controllare che le auto che entravano in Francia non trasportassero migranti, oltre a pattugliare i sentieri montani. E anche sul lato italiano non si è stati a guardare con un presidio di polizia notturno nei pressi della vecchia frontiera con i controlli etnici di polizia effettuati in stazione sulle persone che scendevano dai treni provenienti da Torino, che hanno portato con loro la solita violenza da parte degli sbirri (di cui abbiamo raccontato qui ).
Con l’arrivo dell’autunno e del freddo, a fine novembre, le sala di attesa delle stazioni di Oulx e Bardonecchia sono state chiuse (temporaneamente) da Trenitalia “per motivi di sicurezza” ossia scoraggiare le persone dirette in Francia impedendo “i bivacchi”
Sempre a novembre sono stati diffusi dalla stampa articoli che riportavano notizie sull’arresto di cosiddetti passeur sia sul lato italiano sia sia su quello francese.
In ultimo, è stato varato il progetto “Missione Freedom Mountain”, finanziato dalla prefettura. Visto che alla sera la sala d’aspetto di Bardonecchia viene chiusa al pubblico, si è stabilito che alla stazione ferroviaria sarà aperta un’altra saletta, con la sorveglianza della polizia, per ospitare i volontari dell’associazione e i migranti che hanno “bisogno d’aiuto” Una soluzione che sa più di controllo poliziesco che di supporto alle persone intenzionate a spostarsi, che spesso non hanno documenti o hanno già ricevuto un foglio di via dalla Francia e non vogliono essere identificate.
Durante lo scorso fine settimana infatti la stazione di Bardonecchia del Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuta in 3 operazioni di ricerca per localizzare e soccorrere alcuni gruppi di migranti che cercavano di entrare in Francia nella zona del Colle della Scala (1726 m) in condizioni climatiche rischiose a causa di temperature rigide e fitte nevicate.
Nonostante tutto, nonostante i volontari, le polizie di confine, le condizioni proibitive, i cartelli del soccorso alpino che avvertono del pericolo di morte per chi attraversa i valichi alpini con la neve, le persone provano ancora a sfidare le frontiere.