fonte: radionotav
A Bardonecchia Croce Rossa ha istituito un trasporto dei migranti verso il centro migranti che gestisce a Settimo Torinese
La “saletta” della stazione per ospitare i migranti ora rimarrà aperta tutto il giorno. Per evitare che le persone che cercano di passare la frontiera siano visibili agli altri viaggiatori, la sala aspetto sarà vigilata da agenti privati. Questa l’idea che le ferrovie hanno di “sicurezza”: dopo il deragliamento di Pioltello, si investe in vigilanza invece di prevenzione.
Secondo quanto si apprende, la prefettura spinge perché tutti i migranti vengano reindirizzati verso il centro di Settimo, senza sanzione riguardo il loro percorso di accoglienza. Ma non tutte le persone che lì arrivano possono e vogliono rientrare in questo percorso. Perché la loro richiesta di asilo è stata respinta. Oppure sono diventati irregolari. O vogliono chiedere asilo in Francia e non in Italia. Mille possono essere i motivi per cui queste persone non rientrano nella casistica prevista dalla legge.
Vero è che l’indirizzamento a Settimo è volontario e non coatto. Vero che vi sono dei “mediatori culturali” ingaggiati dai comuni a fare da cuscinetto. Ma resta un fatto: chi non sale sui pulmini targati CRI, sarà più facile bersaglio per le forze di polizia. Insomma, il sistema di gestione del flusso va raffinandosi.
Mediatori tra chi?
La stampa parla di Croce Rossa, di mediatori culturali e volontari. Ma si lasci scappare anche una verità: essi sono accompagnati da militari, ed ora anche da vigilantes “non armati”. Non ci sono violenze, problemi e costrizioni: ma di quale volontario dialogo si può parlare fronte alla minacciosa presenza delle forze dell’ordine, il cui apparire è sufficiente per far fuggire tutti i migranti (quando possibile)? Quanto può essere volontaria sotto questa velata minaccia la decisione di rinunciare a passare la frontiera? La mediazione, a chi serve, in nome di chi viene fatta e con quale obiettivo? Di certo non a favore dei migranti che vogliono passare la frontiera, altrimenti la soluzione sarebbe semplice: basterebbe aprirla. Ogni altro discorso sulle “buone intenzioni” dei “volontari” è fuorviante, a prescindere dalla buona fede.
Accoglienza?
Va ricordato che per quanto si possa ottenere richiesta di asilo (comunque non accettata per tutti), questa non viene poi automaticamente riconosciuta. Un’alta percentuale (parliamo grosso modo del 60%. Ndr: dati ufficiali aggiornati al dicembre 2017 indicano una percentuale del 61%), dopo un periodo di tempo di almeno sei mesi, perde la qualifica e diventa a tutti gli effetti “clandestino”. Tante delle persone che cercano ora di passare il confine hanno visto negare la richiesta di asilo o hanno capito che non l’avranno. Per cui non possono o non vogliono rientrare in questo percorso farlocco. Parlare di richiedenti asilo, di accoglienza virtuosa o seconda accoglienza, può forse appagare un certo sentimento umanitario, ma non abbatte il meccanismo di sfruttamento dove tutto ciò termina inevitabilmente. Questa volta però vi risparmiamo il discorso sulla manodopera quasi gratuita che i migranti (anche quelli della seconda accoglienza) rappresentano per il territorio che li “ospita”.
I minori
Per quanto riguarda i minori, essi verranno indirizzati verso altre strutture di accoglienza, dove verranno sottoposti alle verifiche di rito. Dopodiché, se verranno ritenuti effettivamente minori, potranno accedere a percorsi di accoglienza specifici. Ricordiamo però che, in Francia specialmente, le procedure per il riconoscimento della minore età hanno una percentuale di rifiuto.
Bardonecchia: Croce rossa, forze dell’ordine, prefettura, ONG, mediatori, ognuno con il suo ruolo, ma tutti dalla stessa parte: evitare che si passi la frontiera illegalmente. Dall’altra parte ci sono i migranti. Facciamo le debite differenze, ma la situazione, in fondo, è chiara.