fonte: detainedvoices
Le persone detenute a Yarl’s Wood hanno iniziato lo sciopero della fame
Il 21 febbraio 2018 le persone detenute a Yarl’s Wood hanno dato inizio a uno sciopero della fame che ha coinvolto circa 120 persone come forma di protesta contro alcune delle pratiche più offensive dell’Home Office (dicastero del Regno Unito preposto all’amministrazione degli affari interni da cui dipende anche la polizia), che includono, ma non sono limitati solo a queste, le seguenti:
- Violazione della libertà personale. Consideriamo ingiusto che una persona il cui successo professionale dipende dal numero di persone deportate sia responsabile delle decisioni relative alla detenzione perché tale scelta costituisce un chiaro conflitto di interessi, una bancarotta morale. Se ci deve essere privazione della Libertà, questo deve avvenire in maniera ponderata e la decisione deve essere presa da un giudice qualificato in un tribunale. La maggior parte delle persone detenute non vengono recluse sulla base di una scelta del giudice.
- Il Regno Unito è l’unico paese dell’unione europea che non prevede un termine massimo di detenzione e le persone vengono recluse a tempo indeterminato, completamente dipendenti dalle modalità di gestione incompetenti e intempestive dell’Home Office.
- Stupro. L’Home Office rifiuta di accettare che lo stupro sia una forma di tortura. Riteniamo che questa scelta sia offensiva dato che continuano a imprigionare persone sopravvissute a violenza sessuale e di genere.
- Le persone sopravvissute a tortura, traffico di esseri umani, schiavitù, richiedenti protezione internazionale, malate e con disabilità, continuano a essere detenute.
- I giovani che arrivano come minori e che sono culturalmente britannici vengono imprigionati a causa dell’impossibilità dei loro genitori di portare a termine le procedure amministrative.
- Il sistema sanitario non risponde ai bisogni della maggior parte delle persone detenute. Le patologie vengono lasciate al loro decorso prima di essere trattate, se non del tutto trascurate.
- La comunità LGBT è particolarmente colpita da questo sistema a causa dello stigma, basti pensare all’impossibilità di portare avanti la terapia ormonale per le persone trans*.
Crediamo che l’Home Office sia ormai saturo, non adeguato agli scopi per cui è preposto e che operi in maniera corrotta.