Aggiornamenti sul CPR di Palazzo San Gervasio. Evasioni e rappresaglie

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Nel gennaio 2018 veniva riaperto il C.P.R. di Palazzo San Gervasio (PZ).

All’interno del campo sono oggi rinchiuse circa 100 persone, di varia provenienza.

All’arrivo nel centro, agli internati sono sistematicamente rotte le telecamere dei cellulari per evitare che questi possano riprendere quanto avviene, e già questo ci lascia intendere le condizioni generali: rappresaglie della polizia nei confronti dei rinchiusi, continue minacce e atti intimidatori sono all’ordine del giorno. Numerose persone hanno infatti testimoniato di essere state picchiate dalle guardie e che in seguito non gli vengono concesse neanche cure mediche, come per tutti gli altri. Negli ultimi giorni si sono avute anche numerose emergenze mediche e più volte da dentro si è provato a chiamare il 118 per chiedere cure adeguate, ma quando le ambulanze arrivavano al C.P.R. non venivano fatti visitare i reclusi malati ma piuttosto persone senza alcun problema. In seguito, gli internati vengono minacciati per aver provato a contattare il pronto soccorso.

A questo bisogna aggiungere tutta una serie di mancanze all’interno del campo: l’acqua viene aperta dalle 10 alle 20 e non c’è acqua calda; non ci sono tavoli per mangiare, il che costringe i rinchiusi a mangiare o per terra o sui letti; il cibo è quasi sempre immangiabile e ad alcune persone con allergie alimentari non viene fornito cibo adeguato.

In questo clima di tensione un ragazzo ha tentato il suicidio ed è stato lasciato per parecchio tempo a terra, senza che nessuno accogliesse le richieste di aiuto e un tentativo di evasione di 6 persone, 4 delle quali sono state fermate attraverso l’impiego di gas lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine mentre le altre 2 persone sono riuscite a scappare e non si hanno al momento loro notizie.

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