Fonte: Chez JesOulx – Rifugio Autogestito
Un’altra persona è morta al confine brianzonese.
È la quarta persona che muore su questo confine in meno di un anno nelle Hautes-Alpes, la ventiseiesima in tre anni al confine franco-italiano. La repressione contro le persone che attraversano le frontiere e coloro che sono solidali con loro continua ad aumentare, come dimostrano gli avvenimenti della scorsa settimana a Torino, tra espulsioni e arresti di attivist*.
I confini sono il simbolo di un mondo riservato all’uso di un’élite ricca, globalizzata e mobile. Questo mondo, si costruisce solo grazie allo sfruttamento di tutt* coloro che sono esclus* e non ne beneficiano mai. Questo mondo vive della ricchezza e delle risorse saccheggiate nelle ex colonie da secoli di espropriazione. Funziona grazie al lavoro quotidiano de* dipendent* le cui condizioni di lavoro vengono sempre più spesso massacrate.
Qui a Monginevro, le stazioni sciistiche sono state costruite in gran parte da lavoratrici immigrate italiane, per il tempo libero dei consumatori più abbienti. Oggi, coloro che sono chiamati “migranti” seguono le stesse strade per venire a lavorare in Francia, dove la loro forza lavoro sarà sfruttata altrove, ma sempre per alimentare il funzionamento del capitalismo. Questo sistema operativo su larga scala rende precarie tutte le vite, al punto da organizzare la morte de* più invisibil* e dimenticat*. Le frontiere sono luoghi dove la polizia e gli eserciti degli stati capitalisti fanno la guerra a* più pover* facendo crescere l’industria delle armi. Ma questi luoghi rendono visibile solo la violenza globale che il capitalismo esercita contro il lavoro che lo fa funzionare. Sfruttat* fino al punto di morte in un cantiere, in mare o in una piantagione, siamo tutti corpi che possono essere usati secondo la logica di mercato.
Questo sistema si basa sulla concorrenza tra le lavoratrici. Le frontiere permettono agli stati capitalisti di creare ricchezza con il trasporto di merci e di mantenere il più basso possibile le condizioni di lavoro sul loro territorio, minacciando costantemente le lavoratrici locali con la concorrenza di una forza lavoro “senza documenti”, quindi più sfruttabile e più sottomessa. Tuttavia, è affidandosi alla nostra forza lavoro che il capitalismo conduce la sua guerra contro tutt* noi: l* stranier* che viene presentato come nemic* non è altro che un fratello o una sorella che condivide la stessa condizione di sfruttamento.
Respingiamo questi confini che ci dividono e rifiutiamo invece i legami che ci uniscono ai nostri oppressori. Stare insieme, contro le frontiere, contro coloro che traggono profitto e accumulano le ricchezze di questo mondo a spese della nostra vita.
Sabato 23 febbraio sarà organizzata una manifestazione nei Paesi Baschi, al confine tra Francia e Spagna, per denunciare il sistema operativo imperialista, di cui la migrazione è solo la parte più visibile. Al confine con l’Italia, ci riuniamo per riecheggiare la loro lotta con tutti quelli attualmente in corso in Francia, Italia, Sudan, Iraq, per dimostrare una rivolta comune.