Riceviamo e pubblichiamo l’appello di chi vive nella tendopoli di San Ferdinando. Un appello alla solidarietà per la giornata di mercoledì 6 marzo, quando lo Stato ha deciso di sgomberare il ghetto per rinchiudere una parte della popolazione nella tendopoli-prigione, un’altra parte in diversi centri di accoglienza e disperdere tutte le persone senza documenti in regola.
Questa decisione arriva dopo l’ennesima morte per un incendio, proprio quando si sta concludendo la stagione di raccolta e mentre chi abita tra tende e baracche ha chiesto a gran voce un vero e proprio tetto.
Mentre lo Stato ufficializza la logistica della prossima operazione di Guerra, nella quale interverranno 900 tra agenti di polizia, carabinieri e guardia di finanza, uomini del genio guastatori dell’Esercito e idranti per reprimere eventuali proteste, ci preme sgomberare qualcosa anche a noi…
Vorremmo togliervi dalla testa le tante menzogne e infamie circolate negli ultimi tempi grazie al costante impegno di protagonisti locali della politica e dell’associazionismo.
Chiediamo a tutti i compagni e le compagne di prestare attenzione alle voci di chi si autorganizza nella lotta piuttosto che alle parole di chi, dal dopo rivolta 2010 a oggi, si è costruito/a carriere e prestigio legati al proprio Nome e Cognome.
Quanti di voi conoscono il nome di qualche abitante della tendopoli?
Quanti di voi continuano a dibattere con sindacalisti, sindaci ribelli o professionisti dell’umanitarismo e del commercio equo e solidale che di “Rosarno” hanno fatto il proprio brand?
Abbiamo già raccontato in passato le dinamiche violente e colonialiste di un tentativo di sgombero (non l’ultimo in ordine cronologico) al quale la popolazione della vecchia tendopoli ha dovuto far fronte.
I protagonisti indigeni sono talmente preoccupati dal prendere parola su ciò che avviene sotto casa propria da silenziare chi sta per essere segregato o deportato. E guai a solidarizzare con chi vive nelle tendopoli se non hai la residenza nella piana di Gioia Tauro: la questura emette denunce e fogli di via, mentre chi non ha la divisa supporta la repressione attaccando la solidarietà attiva attraverso la macchina del fango sui social network o nelle mailing list.
Questa volta, tra le molteplici iniziative messe in campo dallo Stato e dall’apparato “umanitario” per fiaccare la resistenza allo sgombero, è comparso anche Mimmo Lucano e uno dei fondatori di SOS Rosarno. Quest’ultimo, in presenza del Prefetto, ha pensato bene di ammonire verbalmente chi da tempo racconta la connivenza dell’USB con lo Stato.
A voi la scelta, esserci o stare a guardare.
Qui le corrispondenze di Radio Onda d’Urto e Radio Onda Rossa.
Qui sotto l’appello in tre lingue.
A CHI LOTTA CONTRO SFRUTTAMENTO E REPRESSIONE: NON SI PUÒ RESTARE IN SILENZIO! NO ALLO SGOMBERO DELLA TENDOPOLI!
Per la soddisfazione di molti, gli annunci del governo si sono avverati. Noi, gli abitanti della vecchia tendopoli di San Ferdinando, mercoledì 6 marzo saremo sgomberati, per ordine del comune, dal luogo in cui abitiamo, che abbiamo costruito in questi anni con fatica e molti soldi, non avendo altre alternative per vivere. Vogliamo far sapere a tutti che non accetteremo di stare in altre tende, controllati notte e giorno, e nemmeno nei centri di accoglienza (campi), lontani da dove lavoriamo e sempre sorvegliati. E non vogliamo finire per strada se non abbiamo un documento. Vogliamo vivere liberi e vogliamo vivere nelle case, a prescindere dall’avere o no un documento. La nostra presenza in questo territorio non è un’emergenza, ma da anni contribuisce all’economia di questo paese. Ma voi, se doveste cercare lavoro in un posto diverso, accettereste di vivere in una tenda o in un campo? A Rosarno ci sono già molte case, alcune addiruttira costruite con i soldi dell’Unione europea e destinate agli immigrati che vivono e lavorano nella piana di Gioia Tauro, ma restano disabitate perché le istituzioni non vogliono consegnarle. BASTA! Siamo stufi delle bugie e delle false promesse di associazioni e sindacati (CGIL e USB), che fingono di sostenere le nostre richieste e invece continuano a fare i loro interessi. Sono le stesse persone che, mentre in altri luoghi si battono contro il governo razzista, qui sostengono lo sgombero e propongono i campi come soluzione. Sappiamo che la risposta ai nostri problemi è avere i documenti per poter vivere una vita normale: una casa, un contratto di lavoro e libertà di movimento. Cose per cui stiamo lottando da tempo. È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIRE BASTA! Non ci faremo intimidire da chi ci minaccia e ci vuole zitti e tranquilli, per aiutare la polizia a svolgere lo sgombero. Non accetteremo compromessi se non ci danno case dove vivere. Chiediamo a tutte le persone solidali, a chi si dichiara antirazzista e antifascista, a chi lotta contro repressione e sfruttamento, di non restare in silenzio davanti a questo ennesimo atto di violenza!
Invitiamo tutti e tutte a raggiungerci e unirsi a noi nei prossimi giorni e di aiutarci a diffondere il più possibile la nostra voce, per raccontare quello che succede qui davvero! Lo Stato ci vuole dividere ma noi resteremo uniti! La solidarietà è l’arma più forte del mondo!
TO ALL THOSE WHO FIGHT AGAINST EXPLOITATION AND REPRESSION: WE CAN’T KEEP QUIET ANY LONGER! NO TO THE EVICTION OF THE TENDOPOLI!
To the satisfaction of too many people, the government’s announcements have become a reality. On Wednesday, the 6th of March, by order of the Municipality, we, the people living in the old tendopoli of San Ferdinando, will be evicted from the place where we live, the place we have built in all these years, with much effort and money, simply because we had no other place to stay. We want to let everyone know that we will not accept to stay in other tents, being controlled day and night, nor will we accept to be transferred to camps (centri di accoglienza), which are not only controlled but also far away from where we work. And we do not want to end up on the streets if we don’t have documents. We want to live free and we want to live in houses, regardless of having a document or not. Our presence in this territory is not an emergency, rather it is crucial for this country’s economy, and has been for many years. If you were in our shoes, if you had to look for a job in a different place, would you accept to live in a tent or in a camp? In Rosarno there are already many houses, some even built with the European Union’s money specifically for the immigrants living and working in the plain of Gioia Tauro, which remain empty because the institutions don’t want to assign them.
ENOUGH! We are sick and tired of the lies and the false promises of associations and trade unions (CGIL and USB), who pretend to support our requests but then keep acting in their own interests. While in other places they attack the racism of this government, these are the same people who, right here, support the eviction and advocate camps as the solution. We know that the answer to our problems is to have documents, to be able to live a normal life: a house, a work contract, and freedom of movement. We have been fighting for these things for a long time.
NOW, THE TIME HAS COME TO SAY: ENOUGH! We will not be intimidated by those who threaten us and wish we be calm and silent, so that the police can evict us more easily. We will not accept compromises if they do not give us houses where we can live. We ask all our allies, all those who think of themselves as anti-racists and anti-fascists, all those fighting against repression and exploitation, all of you, do not keep quiet any longer, in the face of this brutal act of violence!
We invite all of you, to come here and join us in the next few days, and to help us spread our voice as far and wide as possible, to explain what is really happening here! The State wants to divide us, but we will remain united! Solidarity is the most powerful weapon in the world!
À TOUS CEUX QUI LUTTENT CONTRE L’EXPLOITATION ET LA RÉPRESSION: VOUS NE POUVEZ PAS RESTER EN SILENCE! NO À L’ÉVICTION DE LA TENDOPOLI!
Avec la satisfaction des nombreuses personnes, les annonces du gouvernement se sont réalisées.
Nous, les abitants de la vieille tendopoli de San Ferdinando, le mercredi 6 mars, pour un orde De la municipalité, nous serons évacués de le lieu oùnous vivons,que nous avons construit au fil des ans avec beaucoup de travail et beaucoup d’argent en n’avant pas une alternative pour vivre.
Nous voulons dire à tout le monde que nous n’accepterons pas de vivre dans d’ autres tentes où nous sommes controllés jour et nuit, et dans les centres d’accueil (champs) non plus, toujours contrôles, et aussi trés loin d’où nous travaillons.
Nous ne voulons pas finir dans la rue parce que nous n’avons pas le document.
Nous voulons vivre libres et vivre dans des vraies maisons indépendamment du fait que nous avons ou non le document.
Notre presence dans ce territoire n’est pas une emergence mais depuis de nombreuses années elle contribue à l’économie de ce pays. Vous, si vous deviez chercher du travail dans un autre endroit, accepteriez-vous de vivre dans une tente ou dans un champ?
À Rosarno il y a déjà beaucopu de maisons, certaines construites avec l’argent de l’Union européenne et destinées aux travailleurs immigrés qui vivent et travaillent dans la zone de Gioa Tauro mais elles restent inhabitées parce que les institutions ne veulent pas les céder. Arrêtez ça ! Nous en avons assez des mensonges et des fausses promesses des syndicats (CGIL et USB) qui prétendent soutenir nos revendications et continuent à servir leurs propres intérêts. Ce sont les mêmes personnes qui, alors que dans d’autres endroits luttent contre le gouvernement raciste, soutiennent ici l’expulsion et proposent les camps comme une solution.
Nous savons que la solution à nos problèmes est d’avoir les documents nécessaires pour mener une vie normale: une maison, un contrat de travail et la liberté de mouvement. Ce sont des choses pour lesquelles nous sommes en train de lutter depuis longtemps. IL EST TEMPS D’EN DIRE ASSEZ! Nous ne serons pas intimidés par ceux qui nous menacent et qui veulent que nous soyons tranquilles, pour aider la police à procéder à l’évacuation. Nous ne ferons pas de compromis s’ils ne nous donnent pas des maisons où vivre. Nous demandons à tous ceux qui font preuve de solidarité, ceux qui se disent antiracistes et antifascistes, ceux qui luttent contre la répression et l’exploitation, de ne pas se taire face à ce énième acte de violence.
Nous invitons tout le monde à nous rejoindre dans les prochains jours et à nous aider à répandre notre voix le plus possible, pour dire ce qui se passe vraiment ici !
L’état veut nous diviser mais nous resterons unis! La solidarité est l’arme la plus puissante au monde!